Decreto Dignità, Marasco (pres. Logico): “Eliminare la pubblicità non avrà effetti sulla ludopatia. Perchè il Governo non si confronta su misure sostenibili ed efficaci?”

“Un bicchiere di vino è come una scommessa da due euro: non ha mai fatto male a nessuno”. Sono le parole di Moreno Marasco, presidente dell’associazione Logico e amministratore delegato di Bwin Italia, in una intervista rilasciata al Tempo. “Il gioco on-line è una forma di intrattenimento se praticato, giustamente, con moderazione”. Il Governo, invece, – secondo Marasco – ha deciso scendere in trincea contro l’intero settore armato dei divieti contenuti nel Decreto Dignità, approvato dal Consiglio dei Ministri. E sullo stop totale delle sponsorizzazioni e pubblicità delle scommesse ha detto: “Lo contestiamo nel metodo e nel merito. Prima di tutto consideriamo che la modalità del decreto sia stata inappropriata: non è qualcosa che ha carattere di urgenza e con ciò si è anche esautorato il Parlamento, evitando oltretutto qualunque dialogo con le parti. Non è mettendo lo stop alla pubblicità che si otterrà il risultato” di prevenire il fenomeno della ludopatia. “Mi spiego: la “domanda” del gioco esiste a prescindere dalla pubblicità e dall’offerta stessa dei concessionari e dei monopoli. Dico oltretutto che togliere la pubblicità non è una buona scelta, dato che rappresenta l’unico strumento che abbiamo noi concessionari on line per distinguerci dagli operatori illegali”, ha continuato. “Lo stop è immediato ma i contratti proseguono. Sulla carta il settore ha l’occasione di autoregolamentarsi, di lanciare così un messaggio. Questo divieto anziché tout-court si potrebbe ancora tramutare in un divieto sulla pubblicità nociva e ingannevole”, ha detto. “E’ assurdo che si scelga di punire la punta di diamante e quella dell’iceberg. Questa misura colpisce l’on-line che rappresenta soltanto solo il 7% della spesa lorda del settore. Pertanto si va a incidere sulla più piccola e la più virtuosa della catena”. Il divieto della pubblicità porterà un grosso ammanco nelle casse del mondo del calcio: “Non ho stime precise. Di certo parliamo di 200 milioni di investimento pubblicitario. Ma la preoccupazione è che si voglia cancellare tutto il buono fatto. Non è un caso che Francia e Spagna sono preoccupate dell’intenzione di Di Maio di esportare questo modello”, ha concluso Marasco. cdn/AGIMEG