Debora Cinque (amm. “Uniti per il Bingo”) ad Agimeg: “L’incertezza sul futuro fa male ma non smetteremo mai di batterci per i nostri diritti di lavoratori onesti. La riapertura delle sale ha anche una funzione sociale”

“Noi apparteniamo a una classe di lavoratori che non viene considerata e per questo motivo ho creato il gruppo Facebook ‘Uniti per il bingo’ che conta già 2.300 iscritti. L’ho fatto per mantenere alto l’interesse su noi onesti lavoratori di un settore che è fatto di sacrifici, che non ha domeniche e feste comandate. Dopo 16 anni di lavoro nel settore ritrovarmi con questa incertezza per il futuro mi fa male”. Lo ha detto Debora Cinque, amministratrice del gruppo Facebook “Uniti per il bingo” nonché lavoratrice di sala, nel corso della diretta con il direttore di Agimeg Fabio Felici sulla situazione delle sale bingo in Italia. “Veniamo spesso demonizzati, ma dietro ogni lavoratore c’è una storia, una famiglia, gruppi familiari che lavorano nella stessa sala. Tra l’altro le sale bingo potrebbero rispettare assolutamente tutte le disposizioni di legge di controllo e contrasto al coronavirus. Le aziende e i sindacati si stanno muovendo in tal senso: noi non possiamo decidere se aprire o meno, ma abbiamo la voglia di farci sentire dal mondo politico. Siamo come tutti gli altri lavoratori, ci siamo trovati con la sala chiusa, ma mentre per le altre categorie si parla di date di riaperture, noi non veniamo presi in considerazione. Si deve assolutamente riaprire, rispettando i protocolli di sicurezza, ma dobbiamo riaprire. Il settore occupa 12 mila lavoratori nel settore con un futuro in questo momento incerto”. L’amministratrice del gruppo Facebook “Uniti per il bingo” ricorda come “siamo in prima linea nel gioco legale, senza sale bingo tornano le bische clandestine, è questo che vuole la politica? Inoltre ognuno è libero di fare ciò che vuole con i propri soldi, le persone entrano in sala in maniera spensierata per passare qualche ora di tempo, abbiamo una funzione sociale come far compagnia alle tante persone sole. Ci sono migliaia di storie di amicizie e rapporti nate nelle sale Bingo. Il nostro scopo non è certo quello di far cadere qualcuno nella dipendenza. Con il distanziamento nelle sale non ci sarà ovviamente la clientela di una volta, ma se non si parte non lo sapremo mai. Dobbiamo essere tutelati, se la sala riparte con metà clientela servirà metà del personale, servono ammortizzatori sociali anche per noi. Tornare alla normalità sarà una strada lunga e faticosa ma non dobbiamo mollare. Restiamo uniti e coesi, più siamo meglio è, qualcuno ci ascolterà”, ha concluso. cr/AGIMEG