“Siamo contro le ludopatie. Ma parte dei contratti che gli atleti partono dal presupposto che le squadre avevano quegli introiti. Mi sembra importante arrivare ad un punto decisivo: è il Governo italiano che ha venduto le licenze perchè si potesse scommettere sullo sport. Quei soldi non verranno risparmiati, verranno investiti con altri operatori internazionali. I grandi portali digitali che si sono già attrezzati per intercettare quei flussi attraverso campagne social che riusciranno ad aggirare il divieto. E’ corretto il punto, ma sbagliato lo strumento. Con il Governo stiamo cercando di trovare un meccanismo. Nessuno è perchè le ludopatia non vengano combattute, ma lo strumento che è stato adottato da questo Governo non risolve il problema lo sposta soltanto. Se si vogliono vietare le scommesse è un conto ma sennò non bisogna negare la possibilità di pubblicizzarle. Questo è il tema principale. Il punto fondamentale del nostro messaggio è che se c’è una Serie A forte è più forte anche tutto il movimento. Non possiamo continuare a pensare di essere l’ombellico del mondo. Il nostro confronto è a livello internazionale. A maggio la UEFA deciderà il nostro futuro. Tutte le squadre si stanno attrezzando per capire come orientarsi. Con meno ricavi alla Serie A ci sono meno soldi per tutti”. E’ quanto ha detto Luigi De Siervo, amministratore delegato per la Lega nazionale professionisti Serie A, in audizione in Commissione Cultura alla Camera. “Mi associo a quanto detto sulle scommesse che vanno maggiormente regolamentate. E’ già in corso una riflessione su questo. Abbiamo offerto al Governo il nostro contributo alla Serie A. Si sta cercando di creare un danno anche a livelli economici al nostro calcio nazionale”, ha aggiunto Mauro Balata, presidente della Lega Nazionale Professionisti B del calcio italiano. cdn/AGIMEG