E’ in corso a Roma la tavola rotonda promossa dall’Osservatorio permanente su Osservatorio Giochi, Legalità e Patologie dell’Eurispes sul tema “Il riordino del gioco pubblico e il ruolo dell’offerta territoriale in Italia”.
“La ragione di questo incontro è fare il punto della situazione sul settore del gioco pubblico dopo le varie fasi subite negli ultimi anni dal settore. Mi sono occupato di gioco prevalentemente di pubblico ministero in due momenti storici diversi: il primo negli anni ’80 con il pentitismo riuscimmo ad appurare che il gioco clandestino era in mano alla criminalità organizzata; la seconda, a seguito della legalizzazione, dovremmo intervenire per fare rispettare la normativa”. E’ quanto ha detto Antonio De Donno, Procuratore della Repubblica di Brindisi e Presidente dell’Osservatorio.
“Nel 2017 c’è stata un’intesa tra Stato e Regioni che prevedeva obblighi in capo ad entrambe le parti. Le Regioni, in questo periodo, hanno operato in modo abbastanza sparso e hanno introdotto in particolar modo distanziometri e limiti orari che, in varie occasioni, si sono dimostrati inefficaci nella tutela dell’interesse pubblico. L’articolo 15 della Delega fiscale prevede il riordino del settore e noi riteniamo che sia fondamentale far rientrare l’omogeneità normativa, la tutela della salute e un riequilibrio dell’offerta di gioco“, ha aggiunto.
“L’esigenza di fondo è una dislocazione territoriale che tenda conto delle specificità territoriali. Tra il 2018 e il 2022 i volumi di gioco sono passati da 107 a 136 miliardi di euro. Il gioco online è più che raddoppiato passando da 31, miliardi di euro a 73,1 miliardi.La spesa per l’online è passata da 1,6 miliardi ai 3,9miliardi di euro. Riguardo l’erario il 90% delle entrate deriva dal fisico, quindi nonostante la riduzione dimostrata dai dati continuano ad essere predominanti. La filiera del gioco è composta da 48.950 generalisti e 4.550 specializzati. Questa filiera dà lavoro a circa 140mila unità e sono ancora di più se si tiene conto dell’indotto. Gli aumenti del Preu hanno reso non appetibile l’Awp avendo ridotto la restituzione delle percentuale delle vincite, ciò ha determinato la crescita dell’online dove il banco tiene una percentuale minima del giocato. Spesso si vede il gioco pubblico come vicino alla criminalità organizzata, ma non c’è nulla di più sbagliato poiché le mafie operano in modo parallelo al circuito legale soprattutto grazie all’online. I tentativi di ingerenza vera e propria sono stati subito bloccati dall’autorità repressiva”, ha continuato.
“A mio avviso, vi è l’esigenza di una nuova intesa tra Stato e Regioni e di arrivare ad un testo unico che superi la frammentazione normativa, come già ribadito in Commissione la scorsa legislatura, poiché un quadro frammentario non dà sicurezze e certezze a coloro che vogliono investire in questo settore. Va salvaguardato il gioco fisico che intercetta generalmente il giocatore sociale e questo presidio deve rimandare forte. Occorre evitare la ghettizzazione o marginalizzazione del gioco pubblico, poiché dove lo stato rinuncia del controllo del territorio ad approfittarne è la criminalità. Serve anche considerare attentamente le ricadute socio-sanitarie comportate dalla ludopatia e in questo senso occorre migliorare l’offerta socio-sanitarie sul territorio a cominciare dalla prevenzione e informazione sui rischi del gioco. È importante intercettare tempestivamente il giocatore ludopatico e per far ciò bisogna fare leva sugli esercenti perché sono coloro nelle condizioni di individuare lo svilupparsi della patologia e per far ciò serviranno corsi di formazione in tal senso. Nel riequilibrio che il Governo ha deciso di porre in essere non va privilegiato nessun segmento dell’offerta di gioco e proprio per questo l’intesa Stato-Regioni deve analizzare e considerare tutti gli elementi che costituiscono l’offerta: quindi sia l’online che il fisico devono avere un intervento organico contemporaneamente”, ha concluso. ac/AGIMEG