“Premesso che ogni contributo a fondo perduto, per sua natura, non potrà mai coprire fino in fondo le perdite subite (nessun ristoro, ad esempio, potrà mai coprire quello che viene definito l’avviamento di una impresa; molti clienti potrebbero infatti non frequentare più un ristorante, un cinema o una palestra), è indubbio che il decreto Sostegni bis rappresenta un salto di qualità anche su questo versante, sia per le risorse stanziate, oltre 15 miliardi di euro, che per la revisione delle modalità di calcolo di quanto spettante con l’introduzione di un meccanismo alternativo incentrato sulla media del mese. Si segnala la necessità di un chiarimento per alcune categorie in materia di accesso ai contributi a Fondo perduto già previsti dal decreto-legge 41/2021: l’Agenzia delle Entrate infatti valuta il calo del fatturato sul versamento IVA, escludendo così di fatto le categorie – come ad esempio gli intermediari del credito – che sono IVA esenti, pur registrando perdite importanti sull’imponibile. Apprezzabile il sostegno erogato a favore di determinati settori particolarmente colpiti dalla pandemia, dal turismo al tessile fino ad arrivare al mondo dello sport. Sull’accesso al credito e sulle problematiche connesse alla liquidità delle imprese, oggetto del titolo II del provvedimento, è utile una riflessione complessiva, in quanto si tratta di aspetti che la pandemia ha accentuato e non generato: anche in vista della attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, la possibilità per le imprese private di accedere al sistema bancario per ottenere finanziamenti utili a supportare il processo di digitalizzazione e ammodernamento del Paese è di vitale importanza. In un tale contesto, il potenziamento della garanzia dello Stato è la condizione minima da perseguire con convinzione e costanza, in quanto è in gioco il futuro di centinaia di migliaia di micro e piccole imprese, localizzate spesso nel Mezzogiorno, dove, peraltro, l’accesso ai finanziamenti bancari è, per diverse ragione, più complesso e mediamente più costoso”. E’ quanto sottolineato alla Camera dall’Unione Generale del Lavoro sul decreto-legge 25
maggio 2021, n.73, contenente Misure urgenti connesse all’emergenza da Covid-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali. cdn/AGIMEG