Nadef: “Nel settore del gioco legale non si riscontrano fenomeni di evasione fiscale”. Il mercato illegale “evade” invece 20 miliardi di euro

“Nel comparto dei giochi l’Agenzia ha messo in atto iniziative utili ad elevare la qualità dell’offerta, soprattutto sotto il profilo della tutela dei soggetti vulnerabili e per combattere il gioco illegale, anche quando è veicolato su reti telematiche da parte di soggetti in difetto di titolo autorizzativo o abilitativo. Per tale finalità, particolare attenzione è riservata al costante adeguamento e sviluppo tecnologico dei sistemi di sicurezza e monitoraggio e al rafforzamento delle attività di controllo, soprattutto per prevenire e reprimere il gioco minorile, anche attraverso una proficua collaborazione con le Autorità di polizia giudiziaria (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia locale)”. E’ quanto sottolineato riguardo all’attività svolta dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nella Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva – anno 2019, che ha accompagnato la Nota di aggiornamento del Def approvata dal Consiglio dei Ministri. “Le attività dell’Agenzia sono dirette alla verifica e al controllo degli scambi, della produzione e del consumo dei prodotti e delle risorse naturali soggetti ad accisa; alla regolazione e al controllo dell’intero comparto dei giochi e alla gestione delle tradizionali competenze sui prodotti derivanti dalla lavorazione del tabacco. In particolare, nel comparto dei giochi l’Agenzia è fortemente impegnata nell’azione costante di verifica della regolarità del comportamento degli operatori con l’obiettivo di assicurare un ambiente di gioco rispettoso della legalità e responsabile, il tutto in un contesto ampiamente monitorato e tecnologicamente avanzato”, aggiunge. Per quanto concerne il controllo nel settore dei giochi: “Nel settore legale dei giochi non si riscontrano fenomeni di evasione fiscale correlati, giacché il necessario collegamento al “Totalizzatore nazionale” (per l’esercizio delle scommesse), ovvero alla “Rete telematica” (per la gestione degli apparecchi con vincita in denaro), consentono il riscontro – pressoché in tempo reale – dei volumi di gioco/scommesse praticati nelle singole tipologie esercitate dai concessionari e, quindi, della base imponibile soggetta a tassazione nonché dei versamenti dovuti ed eseguiti dai singoli soggetti d’imposta. Tuttavia, tenendo separate le questioni afferenti al riciclaggio e alla possibile infiltrazione criminale nel circuito dei “Giochi pubblici” (fenomeni tenuti sotto controllo da tutti i soggetti istituzionalmente deputati), nel circuito permangono aree di evasione connesse all’esercizio illegale delle diverse attività di gioco. Il gioco che si realizza attraverso gli apparecchi da gioco con vincita in denaro contribuisce in modo consistente alle entrate erariali nel settore dei giochi”, continua. Nel 2018 i giochi legali hanno garantito allo Stato entrate per oltre 10.099 milioni di euro. Per il 2018, viene confermato il trend di crescita per gli apparecchi da gioco con vincite in denaro che rappresentano circa il 47,2% del totale delle entrate per il settore ed una diminuzione della spesa da parte dei giocatori. Sul piano dei controlli, nel 2018 l’Agenzia ha effettuato 47.860 controlli. In gran parte, si è trattato di controlli sugli apparecchi da intrattenimento (31.051), a seguire Lotto, Lotterie, Enalotto, Bingo (12.902), scommesse (3.790), gioco online (117). Per quanto concerne, inoltre, il divieto di gioco ai minori, nel 2018 sono stati effettuati 24.170 controlli. Tali controlli hanno condotto all’accertamento di 54 violazioni e all’irrogazione di 46 sanzioni per un importo complessivo di 328.966 euro e sono stati sospesi 20 esercizi. “Nella pianificazione del numero dei controlli nel settore dei giochi da svolgere sul territorio nazionale, si è tenuto conto della concentrazione degli esercizi, del diverso grado di pericolosità rilevato dagli esiti delle verifiche effettuate nell’anno precedente e delle risorse disponibili presso ciascun Ufficio. Nel corso dell’anno, sono stati monitorati costantemente gli esiti dei controlli e definite le priorità di intervento. Nell’ambito dell’attività di controllo, sono state svolte le attività preparatorie delle operazioni interforze definite dal “Comitato per la prevenzione e repressione del gioco illegale”. Sono state altresì effettuate due operazioni, rispettivamente nel mese di luglio e nel mese di dicembre, mirate principalmente alla tutela dei minori”, aggiunge il testo. Per quanto riguarda, invece, l’attività della Guardia di Finanza: “Oltre alle 10.845 indagini concluse, nel 2018 sono state assegnate ai Reparti del Corpo altre 11.971 deleghe d’indagine in materia di reati tributari, giochi e scommesse, accise e contrabbando. Nel complesso, sono stati denunciati 13.957 soggetti e accertati 12.213 reati tributari, di cui il 62% riguardante fattispecie di dichiarazione fraudolenta, emissione di fatture per operazioni inesistenti, occultamento di documentazione contabile e indebita compensazione. Delle 11.971 deleghe di indagine di polizia giudiziaria in materia di reati tributari, giochi e scommesse, accise e contrabbando pervenute ai Reparti del Corpo nella scorsa annualità, 329 hanno avuto riflessi di carattere internazionale. Tra le indagini concluse (10.845), analoghi risvolti sono emersi in 349 casi”. Infine, la Relazione aggiunge sui Piani operativi a contrasto del gioco e delle scommesse abusive: “Al fine di garantire un’adeguata presenza ispettiva nel settore dei giochi e delle scommesse, è stata confermata, anche per l’anno 2018, l’esecuzione di due piani operativi denominati: – “giochi illegali”, per il contrasto dei fenomeni d’illegalità e abusivismo nei settori dei giochi, compresi quelli on line, delle manifestazioni a premio e di sorte locali; – “scommesse illegali”, mirato a prevenire e reprimere gli illeciti che interessano le scommesse e i concorsi pronostici, inclusi quelli on line. L’attività della Guardia di Finanza a tutela del monopolio statale del gioco è volta a reprimere tutte le forme di illegalità che interessano il settore – dal mancato pagamento dei tributi, ai fenomeni di abusivismo, alla presenza di organizzazioni criminali nella gestione delle attività lecite e illecite – allo scopo di tutelare: – il gettito fiscale connesso al prelievo erariale unico, all’imposta unica sulle scommesse e all’imposta sugli intrattenimenti, oltre che alle imposte dirette e indirette; – il corretto funzionamento del mercato dalle distorsioni provocate da operatori privi delle concessioni e delle autorizzazioni previste dalla legge; – i consumatori da proposte di gioco illegali, insicure e prive di alcuna garanzia, avuto particolare riguardo alle fasce più deboli. L’impegno operativo dei Reparti si sviluppa, in primo luogo, attraverso controlli di natura amministrativa, svolti in forma autonoma o in maniera congiunta nel più ampio quadro dei “Piani coordinati di intervento”, eseguiti a livello nazionale, in sinergia con le altre Forze di Polizia e con la collaborazione dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Questi piani coordinati di intervento vengono effettuati nell’ambito: – del “Comitato di Alta Vigilanza per la prevenzione e repressione del gioco illegale, la sicurezza del gioco e la tutela dei minori”, previsto dall’art.15-ter del Decreto Legge 1 luglio 2009, n. 78, convertito dalla Legge 3 agosto 2009, n. 102; – del c.d. “Piano Balduzzi”, previsto dall’art. 7, comma 9, del Decreto Legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito dalla Legge 8 novembre 2012, n. 189, il quale prevede la pianificazione annuale, da parte di Agenzia delle dogane e dei monopoli e Guardia di Finanza, di controlli specificamente destinati al contrasto del gioco minorile, presso gli esercizi dove sono installate newslot ovvero vengono accettate scommesse, in prossimità di istituti scolastici, strutture sanitarie e ospedaliere e luoghi di culto. Per la scoperta e la repressione delle più gravi e complesse forme di frode e di illecito, invece, le unità operative svolgono indagini di polizia giudiziaria, sotto la direzione della magistratura inquirente, avvalendosi degli incisivi strumenti investigativi previsti dal codice di procedura penale. La Guardia di Finanza, inoltre, fornisce il proprio contributo per arginare la diffusione del gioco abusivo via internet: a tal fine viene effettuato un continuo monitoraggio del web, volto all’individuazione di condotte illecite e alla verifica dell’avvenuta inibizione dei siti di gioco non autorizzati. Nel settore dei giochi e delle scommesse, il Corpo, anche attraverso l’esecuzione di cinque piani coordinati di intervento, di cui tre svolti in forma autonoma, ha complessivamente effettuato 7.922 interventi, di cui 1.341 irregolari, riscontrando 2.056 violazioni e procedendo alla verbalizzazione di 15.322 soggetti. Sono state, altresì, concluse n. 204 indagini delegate dall’Autorità Giudiziaria. A seguito di tali attività ispettive sono stati sottoposti a sequestro 1.394 apparecchi e congegni da divertimento e intrattenimento irregolari, in cui vengono ricompresi anche gli apparecchi terminali “Totem” nonché 1.263 punti clandestini di raccolta scommesse. Particolare attenzione è stata rivolta anche al fenomeno della diffusione dei Centri di Trasmissione Dati (C.T.D.), canale privilegiato utilizzato dagli allibratori esteri sprovvisti di concessione statale e di licenza di Pubblica Sicurezza, per la promozione della raccolta in Italia di scommesse. Si tratta, in sostanza, di agenzie attive sul territorio nazionale che si pongono quali intermediari tra lo scommettitore e il bookmaker, con il compito di raccogliere le puntate del singolo giocatore, trasmettendo i dati, per via telematica, all’organizzatore estero privo di concessione. In relazione a tale fenomeno, va ricordato che l’art. 1, commi 927 e ss., della Legge 28 dicembre 2015, n. 208, ha introdotto una presunzione iuris tantum sull’esistenza di una stabile organizzazione in capo all’impresa non residente che si avvalga, ai fini della raccolta delle scommesse, di uno o più soggetti residenti, operanti nell’ambito di un’unica rete di vendita, anche sotto forma di centro trasmissione dati, cui sono attribuite le attività tipiche del gestore, quando i flussi finanziari intercorrenti tra i gestori e il soggetto non residente superino, nell’arco di sei mesi, l’importo di 500.000 euro”, conclude la Relazione. Ricordiamo che qualche giorno fa Benedetto Mineo, Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nel corso di un convegno aveva dichiarato che: “E’ necessario segnalare il dato del gioco illegale che ha un fatturato stimato di circa 20 miliardi”. cdn/AGIMEG