Nella tarda serata di ieri diversi siti istituzionali, tra cui quello del Senato e dell’Istituto Superiore di Sanità, hanno subito un attacco hacker rivendicato dal collettivo filorusso ‘Killnet’. Agimeg ha intervistato il Consigliere sulla Cybersecurity del sottosegretario del Ministero della Difesa, Ranieri Razzante.
“Non ci dobbiamo dimenticare che siamo in guerra perché abbiamo preso una posizione in merito a quanto sta accadendo in Ucraina, giusta o sbagliata che sia. Noi Stati della Nato siamo tutti sotto attacco”. E’ il primo commento di Ranieri Razzante in merito a quanto accaduto nella serata di ieri.
“L’attacco hacker si ritiene riuscito nel momento in cui si raggiunge l’obiettivo pubblicitario ed indubbiamente questo collettivo ci è riuscito. ‘Killnet’ ormai si è fatto conoscere e dietro questi attacchi c’è sempre anche un effetto commerciale. Mi spiego: questo collettivo essendo riuscito a portare avanti l’attacco, anche in modo parziale, è diventato famoso nel mondo degli hacker e probabilmente riusciranno a vendere qualche malware in più”.
“Il nostro paese – prosegue Razzante – ha subito solo qualche disagio e, a quanto pare, si sta provvedendo al ripristino. Però il disagio c’è stato e questo costa perché il ripristino di siti strategici può arrivare a costare decine di milioni di euro. Quindi, una cosa che è evidente è che l’attacco è stato diretto verso infrastrutture critiche, perché è arrivato fino al secondo sito più importante delle istituzioni, ovvero quello del Senato. Ciò rende evidente che si è innalzato il livello dello scontro”.
“Questo attacco hacker da parte di un collettivo filorusso si sostituisce ad un attacco fisico, perché queste sono le nuove modalità di guerra. L’Italia e il resto della Nato non possono essere attaccate fisicamente e quindi ci si serve di attacchi asimmetrici di questo tipo. Il grande problema è che, pur sapendo chi ha messo in atto il cyberattacco nei confronti dell’Italia, non abbiamo soluzioni sanzionatorie. Ciò deve far capire all’Italia, al resto dei paesi europei e ai membri della Nato che devono trovare una modalità legislativa per poter sanzionare questi attacchi. Il problema resta sempre quello della punibilità dell’attacco e dell’attribuzione. Questo evento deve far notare che le armi sono troppo spuntate e rende evidente l’urgenza di una regolamentazione europea e internazionale su questo tema”, conclude l’esperto di Cybersicurezza. ac/AGIMEG