A seguito dell’emendamento al decreto Salva-Roma introdotto al Senato dal Ncd, che prevede la riduzione dei trasferimenti a favore delle regioni e degli enti locali qualora siano approvate norme in materia di gioco che determinino minori entrate erariali o maggiori spese statali, si sono avute pesantissime reazioni da parte di diversi esponenti politici, tra cui i più in vista sono il neo segretario del PD Matteo Renzi e il presidente della Lombardia Roberto Maroni. Renzi lo ha definito una “porcata”, assicurando che avrebbe fatto pressioni per far modificare il provvedimento. Maroni ha messo all’indice “la potente e ricchissima lobby delle slot e del gioco d’azzardo”, accusandola di aver dato una bastonata ai sindaci e alle regioni che stanno lottando per debellare il fenomeno. “Il provvedimento – replica il Presidente Sapar Raffaele Curcio – è un segnale forte che il Governo ha voluto finalmente lanciare alle amministrazioni che si stanno arrogando il diritto di violare il principio della riserva statale sui giochi con provvedimenti vessatori, perlopiù mirati alle sole slot machines, in evidente contrasto con i principi costituzionalmente definiti, e soprattutto incoerenti rispetto agli obiettivi che intendono raggiungere, vale a dire il contrasto alle ludopatie e la generica tutela della salute pubblica. Infatti, nel momento in cui si combatte il gioco pubblico e legale, alimentando artatamente il dissenso dell’opinione pubblica, si fa solo un regalo alla criminalità e al gioco illegale dove le tutele non esistono per nessuno. E questo non è degno di un paese civile. Ciò che occorre realmente, in questa fase, è implementare i programmi di informazione, di prevenzione e di tutela dei soggetti deboli e dei minori, attingendo proprio dalle entrate derivanti dal settore. Al tempo stesso, bisogna salvaguardare i diritti della stragrande maggioranza delle persone che giocano responsabilmente e delle migliaia di imprese che operano sul territorio con coscienza e responsabilità, creando occupazione e una notevole fonte di entrata per l’erario, a cui è impossibile rinunciare”. lp/AGIMEG