Il deputato della Lega Nord, Guido Guidesi, ha presentato un’interrogazione al Ministro dell’economia e delle Finanze riguardo i ctd esteri. “Per sapere – premesso che: il complesso fenomeno delle agenzie di scommesse sfugge sempre di più alle possibilità di gestione e controllo dei Governi; per quel che riguarda il nostro Paese, la fotografia del fenomeno è data anche da cinquemila punti scommessa fuori dal controllo statale, 530 milioni (per ora) di mancati incassi per l’erario e un contenzioso nazionale e comunitario lungo 15 anni; si tratta di agenzie di scommesse collegate a bookmaker privi di concessione, aperte in ogni città senza vincoli di distanza da luoghi sensibili, senza oneri concessori e senza versare imposte al Ministero dell’economia e delle finanze, come è invece richiesto ai concessionari statali; grazie a cinque decisioni della Corte di giustizia europea (nel 1998, 2003, 2007, 2012 e 2013 su azioni di Stanleybet e Goldbet) e a una serie di ordinanze e sentenze sia dei tribunali penali che di quelli amministrativi, si sono sviluppate di fatto due categorie di punti vendita: una rete autorizzata dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli, composta da circa 7.400 punti vendita e cresciuta negli ultimi anni del 20 per cento a seguito di bandi di gara per assegnare nuove concessioni, e un network di agenzie e internet point, passato da circa 3.800 a quasi 5 mila punti negli ultimi due anni (+21 per cento, secondo il censimento realizzato da Sistema gioco Italia), collegati a bookmaker e casinò offshore senza concessione italiana piazzati all’estero, generalmente in giurisdizioni Ue, come Austria, Malta, Inghilterra ma spesso in paradisi fiscali; da ultimo, è stata avviata un’indagine della procura di Roma a carico della StanleyBet, società con sede all’estero ma di proprietà dell’italiano Giovanni Garrisi, che è indagato con altri undici manager della società per associazione per delinquere. L’accusa è di « esercitare (in Italia) l’attività illegale di giochi e scommesse, in assenza di qualsiasi titolo concessorio e in totale evasione di imposta », avvalendosi di una « stabile organizzazione occulta di persone e mezzi », articolata sul territorio attraverso Ctd, i centri di trasmissione dati che raccolgono le puntate e le piazzano online; a fine giugno 2014 la Guardia di finanza ha sequestrato materiale in alcune sedi della StanleyBet, tra cui Milano, Montecatini, Potenza, Giugliano, Roma. « I Ctd – scrivono nel decreto di sequestro i pm – sono formalmente dipendenti da un’altra società, la StanleyBet Malta Limited », con sede a Malta. In Italia opera il legale rappresentante, che al tempo stesso, è uomo « riconducibile con un rapporto di dipendenza funzionale al gruppo di Garrisi ». Il meccanismo messo in piedi da Stanleybet per evadere le tasse italiane sul gioco – sostiene la procura – si baserebbe dunque su questa doppia « paternità » dei Ctd; l’aspetto più grave e insolito della vicenda è che la strategia difensiva di StanleyBet, oltre che svolgere un’azione di contrasto ai monopoli e dar luogo a querele ai giornali, si è manifestata anche con querele ai finanzieri che, eseguendo gli ordini delle procure, hanno operato il sequestro di materiali o provveduto alla chiusura dei punti vendita; si paventa anche il rischio che singoli dipendenti dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli e militari della Guardia di finanza ricevano dalla « Stanleybet Malta Limited » una citazione diretta in sede civile per risarcimento danni; ciò appare all’interrogante gravissimo ed inaccettabile, contrario a qualunque precedente o prassi in materia, ancor di più in mancanza di una chiara presa di posizione dello Stato a sostegno e tutela dei funzionari che a suo nome applicano la legge –: se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e come intenda intervenire a tutela dei funzionari delle Agenzie e degli agenti della Guardia di finanza coinvolti nella vicenda”. lp/AGIMEG