“Dobbiamo affrettare le risposte che il paese attende. Oggi è in approvazione la Legge di Bilancio anche in Senato ed è necessaria una sintesi politica rapida sul Recovery Plan riuscendo ad incontrare tutte le parti sociali evitando ogni tipo di ritardo. La metà di febbraio potrebbe essere il periodo in cui sarà presentato il progetto definitivo”. E’ quanto ha affermato il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante la conferenza stampa di fine anno. “Pur essendo stato il primo paese ad essere colpito dalla pandemia siamo riusciti a rafforzare l’immagine e la credibilità del paese all’estero. E’ un Governo nato sotto la bandiera dello sviluppo sostenibile che ci ha permesso di esprimere grande forza a livello internazionale e nelle trattative per reperire le risorse del Next Generation EU. Non possiamo permetterci di galleggiare, siamo tutti chiamati a prenderci le rispettive responsabilità. Per quanto riguarda la distribuzione dei vaccini – prosegue Conte – abbiamo un piano ben strutturato. Credo che la fase critica verrà superata quando saranno vaccinati almeno 10-15 milioni di persone, cosa che ci aspettiamo che accada in primavera inoltrata. I nostri dati economici non sono così negativi, ora attendiamo che vengano pubblicati quelli riferiti all’ultimo trimestre dell’anno. Ma quando facciamo queste valutazioni non dobbiamo dimenticare che siamo stati i primi occidentali a subire la pandemia e abbiamo dovuto adottare delle misure mai viste prima. Inoltre, soprattutto durante questa seconda ondata, le misure restrittive sono presenti ovunque e sono anche più pesanti delle nostre. Nel corso di questa pandemia abbiamo messo in campo 5 miliardi di euro a favore degli ammortizzatori sociali come la cassa Covid e il blocco dei licenziamenti. Tra gli scenari che ci preoccupano di più è proprio quello che potrà accadere a marzo quando scadranno le nostre misure. I dati pubblicati da Bankitalia – sottolinea il premier – dimostrano che abbiamo evitato il licenziamento a 600.000 persone. Dobbiamo lavorare per non farci trovare impreparati ad ogni evenienza. E’ chiaro che il mercato del lavoro sarà un nodo importante. Il sistema di monitoraggio con le zone rosse, arancioni e gialle verrà utilizzato ancora perché permette di non fare penalizzazioni indiscriminate e intervenire in modo mirato. Con l’avanzare del piano vaccinale potremo far tornare a correre l’economia e avere sempre meno restrizioni. L’esperienza che abbiamo maturato in questo periodo ci ha fatto capire che con un coordinamento europeo siamo più forti. Detto questo, un’eventuale terza ondata la affronteremo con le nostre misure e con gli strumenti già utilizzati come il sistema di monitoraggio per fasce. Nella seconda ondata il lockdown generalizzato non era percorribile per questioni soprattutto economiche e abbiamo deciso di adottare questo sistema in accordo con le Regioni. E’ chiaro che è un sistema sperimentale, ma siamo convinti che ci conceda la possibilità di effettuare interventi chirurgici e anche coloro che erano più riluttanti si sono adeguati. Se le fasce dimostreranno la stessa tenuta non ci saranno modifiche, ma se notiamo un peggioramento anche a causa della maggiore contagiosità della variante inglese interverremo in chiave restrittiva. Una delle questioni sul tavolo è anche quella di consentire una maggiore libertà di movimento a coloro che si sottoporranno al vaccino, ma non interverremo con il vincolo dell’obbligatorietà solo con la persuasione scientifica. Voglio sottolineare che senza le parti sociali – conclude Conte -, che ci hanno aiutato nella stesura di protocolli di sicurezza efficienti per tenere aperte le attività seppure in modo ristretto, avremmo ancora maggiori ferite economiche”. ac/AGIMEG