Le sale bingo e l’associazione Ascob tornano alla Corte Costituzionale il 22 luglio per “valutare la concessione di un ulteriore termine all’Ufficio parlamentare di bilancio per il deposito della documentazione” chiesta dalla stessa Consulta il 26 marzo scorso. Gli operatori si erano scagliati contro il meccanismo di proroga onerosa delle concessioni, sostanzialmente perché l’importo richiesto nel corso degli anni aveva perso qualunque legame con il prezzo della concessione. La Corte Costituzionale, a marzo appunto, aveva quindi chiesto all’Ufficio Parlamentare di Bilancio – ma anche al Mef e all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – di depositare entro 120 giorni una “relazione informativa sul concreto assetto di mercato della raccolta del Bingo, con particolare riferimento ai profili economici-finanziari relativi alla genesi e all’applicazione” della norma – contenuta nella legge di Bilancio 2018 – che aveva portato a 7.500 euro al mese il canone per di proroga delle concessioni. Evidentemente la Consulta sta valutando l’ipotesi di allungare il termine concesso inizialmente, sale e associazioni hanno la possibilità di opporsi, ma chiaramente la decisione finale spetta ai giudici. rg/AGIMEG