Sono costituzionalmente legittime le prerogative che si è assunta la Regione Puglia per contrastare le infiltrazioni mafiose nel settore dei giochi con il “Testo unico in materia di legalità, regolarità amministrativa e sicurezza” adottato nel 2019″. LO ha stabilito la Corte Costituzionale che comunque ha bocciato alcune norme del “Testo unico” su materie diverse.
L’art. 9 della legge stabiliva che la Regione con un regolamento stabilisse “un rating di buone prassi degli enti locali in materia di Antimafia sociale, finalizzato a riconoscere e valorizzare le migliori iniziative attuate dagli enti locali per il perseguimento degli obiettivi della presente legge”. Il rating doveva riguardare una serie di ambiti, tra cui la “attuazione di iniziative di contrasto al gioco d’azzardo e alla proliferazione delle sale da gioco in aree sensibili delle città”.
Il Consiglio dei Ministri aveva deciso di impugnare la legge nell’aprile del 2019. Per quanto riguarda il gioco, la norma regionale “implica, per il suo carattere indeterminato, per lo meno la possibilità che la Regione adotti misure di carattere immediatamente organizzativo o operativo, pregiudicando la competenza statale su ordine pubblico e sicurezza”. Inoltre, “gli interventi per l’ulteriore uso sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata e l’attuazione di iniziative di contrasto al gioco d’azzardo e alla proliferazione delle sale da gioco in aree sensibili delle città invaderebbero «un campo interamente e analiticamente disciplinato dalla legge statale, sempre in attuazione della competenza esclusiva” riconosciuto dalla Costituzione.
Ma per la Consulta, “le questioni non sono fondate” visto che le norme regionali “non sono idonee a incidere sull’assetto della competenza statale, poiché le azioni da esse previste attengono alla promozione culturale”. In sostanza non disciplinano direttamente “le modalità di contrasto al crimine organizzato o al gioco d’azzardo”, ma impegnano la Regione Puglia a valorizzare “le migliori pratiche per la trasparenza, la legalità e il contrasto ai fenomeni mafiosi, prevedendo”. Il rating, poi, serve a mettere in evidenza le “buone prassi sull’uso dei beni confiscati e sul contenimento del gioco d’azzardo, già sperimentate e attuate dagli enti locali”. Insomma “Tale ricognizione, funzionale alla diffusione sul territorio delle esperienze che si ritiene utile valorizzare, non è suscettibile di violare la sfera di competenza legislativa statale”. rg/AGIMEG