Complessivamente, il settore del gioco nel 2020 ha perso circa il 25% degli incassi, e per lo Stato le difficoltà del settore si trasformano in un buco da 4 o 5 miliardi. Per alcuni segmenti, a iniziare da tutte le sale fisiche – come le sale slot, e agenzie di scommesse e i bingo – le perdite sono ancora più pesanti. Ad esempio, il settore delle scommesse sportive a marzo scorso – quando è scattato il primo lockdown – ha perso il 93% dei ricavi, passando dai 106 milioni del 2019, a 70 del 2020. Inevitabile che operatori e lavoratori del settore si trovino in forte difficoltà. Il Corriere del Mezzogiorno si concentra sulla situazione del Sud Italia, e sottolinea che tra Puglia, Basilicata e Molise hanno chiuso definitivamente i battenti 1550 tra sale giochi, agenzie e corner scommesse. I lavoratori del settore hanno così organizzato un sit-in davanti alla Camera martedì e mercoledì scorsi. E a scendere in piazza sono state soprattutto le donne che lavorano in questo settore: “Un sit-in che ha visto protagoniste le donne e non mi sorprende” racconta Donato Snidar che gestisce alcune sale slot in Puglia. “Anche da noi ben la metà dei dipendenti sono donne”. Il Governo comunque ha disposto il lockdown di queste attività per arginare la diffusione del Covid. Alla prima chiusura generale – che è andata avanti dall’8 marzo fino al 15 giugno – adesso se n’è aggiunta un’altra, che prosegue dal 26 novembre. E questo, “nonostante ci siano stati tutti gli adeguamenti del caso per garantire distanziamenti e sanificazioni ad hoc” sottolinea ancora Snidar. Alcuni concessionari del settore poi – Sisal, Lottomatica, Snaitech, Gamenet e Novomatic – hanno redatto una seconda versione del protocollo di regolamentazione adottando misure ancora più restrittive nei propri punti vendita rispetto a quelli previsti per legge. lp/AGIMEG