Di Maio (Min. Esteri): “Per la riapertura delle attività aspettare parere esperti”.  Renzi (Italia Viva): “Bisogna riaprire ad aprile per non arrivare tardi sull’emergenza economica come siamo arrivati tardi su quella sanitaria”

Un nuovo Dpcm di giovedì prossimo (ma potrebbe slittare a venerdì) dovrebbe prevedere l’estensione delle misure restrittive per l’emergenza coronavirus fino al 18 aprile prossimo. Da quella data, seguendo anche l’andamento dei contagi, il Governo dovrebbe dare via libera ad un numero ristretto di attività oggi chiuse. L’apertura dovrebbe avvenire seguendo la strada delle attività che possono garantire la necessaria distanza tra le persone.  Sulla questione il premier Conte ha risposto: « Quando il comitato scientifico dirà che la curva inizia a scendere potremo studiare delle misure di rallentamento. Però dovrà essere molto graduale». Sulla stessa linea di Conte anche il Ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio che su RaiUno ha dichiarato: “Per la riapertura dobbiamo attendere il parere degli esperti del comitato scientifico: per non annunciare date che poi possono essere smentite. Chiedo a tutti quelli che vanno a fare la spesa di comprare prodotti italiani». A premere invece per una riapertura è il leader di Italia viva ed ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. «Le critiche alla mia proposta di riapertura? Ho visto tanta ipocrisia – ha detto in un’intervista al Corriere della Sera -. Io non ho chiesto di riaprire oggi, ma ad aprile. Ho chiesto però di pensare adesso a come riaprire. Perché se non ci pensiamo oggi arriviamo in ritardo all’appuntamento con l’emergenza economica almeno come siamo arrivati in ritardo sull’emergenza sanitaria».«Il vaccino – ha continuato Renzi – arriverà nel 2021 o nel 2022. C’è qualcuno che pensa che gli italiani possano restare a casa fino al 2021? Io no. Dobbiamo fare un piano per l’uscita. E per farlo bisogna moltiplicare i test: i tecnici ci dicono che è possibile che ci siano 5-10 milioni di italiani che hanno già contratto il Covid-19 senza sintomi. Se hanno sviluppato gli anticorpi, perché tenerli in casa? E anche chi non ha preso il virus può tornare a lavorare se la sua azienda rispetta le regole di sicurezza. Anche perché stare a casa mesi ha un costo enorme sociale ed economico. Chi paga?». lp/AGIMEG