Tre controlli e due sanzioni – per ora – nel giro di pochi giorni, anche se in realtà un corner di scommesse può restare aperto, non è tenuto a chiudere ai sensi del Dpcm del 26 ottobre. E’ l’odissea che sta vicenda un internet point di Santeramo in Colle, in provincia di Bari, che appunto ospita anche un corner collegato a Snaitech. “Un internet point è un esercizio generalista e non un’agenzia di scommesse. Quindi non è uno di quegli esercizi che – in base al Dpcm del 24 ottobre – dovrebbe chiudere” spiega Giuseppe Falcone, presidente di A.Gi.Le. – Associazione Gioco Legale – che denuncia a Agimeg la vicenda. Falcone ovviamente premette: ” E’ legittimo che le Forze dell’Ordine effettuino i controlli, soprattutto in questo periodo. Ma è assurdo che cerchino di chiudere in tutti i modi un esercizio che opera nella piena legittimità”. E quindi racconta che il primo controllo lo hanno effettuato carabinieri il 28 ottobre. “In quel caso, il titolare ha spiegato agli agenti che quello era un esercizio generalista, e ha anche mostrato la circolare del direttore dell’ADM del 26 ottobre che consentiva l’apertura. Non è servito a nulla, perché due giorni dopo i carabinieri hanno comunque rilasciato un verbale – con una sanzione di 400 euro – contestando che l’esercizio aveva violato il divieto di apertura stabilito dal Dpcm e aveva creato un assembramento. Nel verbale però hanno riportato non il Codice Ateco 61.90.2 – quello di un internet point, che quindi identifica anche l’esercizio in questione – ma quello di un’agenzia di scommesse. E per quanto riguarda l’assembramento, c’erano 5 persone all’interno di un locale di 90 metri quadri, quindi ognuno ne aveva a disposizione 18”. Non è però finita qui: “gli agenti hanno anche sanzionato 5 avventori, sostenendo che non indossassero la mascherina. Però ci sono le immagini del circuito di sorveglianza in cui si vede chiaramente che la indossano tutti. Il problema però è che così facendo, spingeranno tutti i clienti a rivolgersi a degli Ctd irregolari”. I controlli comunque sono proseguiti: “L’internet point ne ha subito un altro il 30, sempre verso le 20. Ancora una volta gli agenti hanno mandato via gli avventori, e poi – sempre dopo due giorni – hanno emesso un nuovo verbale, contestando anche in questo caso la violazione del Dpcm. Il problema è che il verbale lo hanno fatto nei confronti del dipendente che in quel momento si trovava nell’esercizio, hanno contestato al dipendente – non al titolare – di aver aperto l’attività e aver violato il Dpcm. E’ assurdo”. Il terzo controllo poi il giorno successivo, il 31, “questa volta l’ha effettuato la Polizia Municipale” spiega ancora Falcone. “Ancora una volta hanno allontanato i clienti, e ancora una volta l’internet point ha mostrato tutta la documentazione, e gli agenti si sono riservati di verificare come stessero le cose, potrebbero emettere oggi l’eventuale sanzione”. gr/AGIMEG