“Nel dialogo con le istituzioni siamo su fronti diversi. Il riordino riguarda diversi comparti del settore che necessitano di risposte separate e differenti. Il primo passo del riordino (decreto 41/24) riguarda il gioco da remoto. Per il gestore dovremmo spostare la focalizzazione sul gioco fisico, terrestre, che ancora non è stato oggetto di riordino. Sarà il prossimo passo probabilmente”. E’ quanto ha detto l’avvocato Stefano Sbordoni, in occasione del convegno “Giochi legali: la tutela del gestore”, promosso dall’AGSI – Associazione Gestori Scommesse Italia -.
“Nel 2017 con Baretta era prevista la clausola di salvaguardia a favore degli enti locali. Lo Stato gioca un ruolo attraverso la cessione a terzi con gare pubbliche. Questi terzi che fanno le veci dello Stato sono i concessionari. Lo stato attuale è questo: riordino online, con qualche avvisaglia di riordino del fisico”, ha aggiunto.
“Per i gestori è necessaria una regolamentazione univoca? Sicuramente sì, ma questo passa attraverso i concessionari stessi.
Il gestore si trova un carico di responsabilità ma senza alcuna certezza. Spesso si trova impantanato in situazioni in cui la sua posizione è messa in discussione: come la concorrenza estrema, l’intrusione da parte degli enti locali, che sul gestore riversano le loro problematiche, mettendolo alla gogna come responsabile degli effetti negativi e patologici che il gioco può creare.
La compartecipazione degli enti locali ai proventi del gioco potrebbe garantire più equità e trasparenza. Il metodo attuale prevede un ritorno indiretto attraverso il Ministero della Salute, sarebbe meglio destinare direttamente i fondi agli enti locali”, ha concluso. lp/AGIMEG