Il Consiglio provinciale di Trento ha respinto un emendamento a firma Cia (FdI) che chiedeva una proroga dell’entrata in vigore della legge sul gioco.
“Abbiamo proposto un emendamento di buon senso che chiede una proroga dell’applicazione della legge sul gioco della provincia di Trento. Una proroga perchè? Nasce dalla consapevolezza che a Roma si sta lavorando su un Testo Unico per governare il fenomeno del gioco. Chiediamo ci si attenga anche alle indicazioni del sottosegretario Freni in cui invita province e regione ad un approccio laico sul tema per regolare, disciplinare, sanzionare e non vietare. In questi giorni abbiamo assistito invece ad una demonizzazione di un’attività economica legale. Quando si è superficiali si può affrontare questo tema anche in modo demagogico. Dobbiamo temere il gioco illegale, lo favoriamo andando a impedire le attività che in modo trasparente fanno gioco. Le dipendenze si possono manifestare in ogni attività ludica. Quelli che in questa Aula stanno sparando contro il gioco, sono gli stessi che in questa provincia e fuori promuovono la droga libera, perchè dicono che questa non provoca dipendenza. Il sospetto è che qualcuno abbia interesse a portare il gioco illegale in Trentino. Chiudendo le sale favoriamo l’illegalità”, ha detto in Aula Claudio Cia, consigliere di Fratelli d’Italia.
Il consigliere Zanella (Futura) ha detto: “Voterò contrariamente a questo emendamento. Non ho capito perchè dovrebbe aumentare il gioco illegale, perché il gioco legale rimane. Se uno vuole giocare va in periferia dove le sale e i bar con le slot ci sono. Nessuno studio evidenzia che si passi al gioco illegale o a quello online. Ci sono stati 7 anni per riorganizzarsi, non è proibizionismo, ma regolamentazione rispetto a studi comportamentisti che ci dicono che nelle persone fragili lo stimolo induce a giocare sino alla ludopatia”.
“Controllare il gioco illegale è impossibile da controllare. Se la situazione dovesse diventare difficile per lavoratori e aziende, ma dato il percorso della legge e l’incapacità di gestione del nostro Governo centrale, torno ad incalzare che da Roma arrivano le patate bollenti. Chiederei un’eventuale aiuto economico se le società dovessero delocalizzarsi o cambiare tipo di lavoro”, ha aggiunto Ivano Jo, Gruppo Misto. cdn/AGIMEG