“Per quanto concerne la razionalizzazione normativa, a monte di interventi “specifici” su singoli aspetti normativi o applicativi concernenti imposte e tasse esistenti, oltre che ovviamente la disciplina dell’accertamento, della riscossione, dell’amministrazione della giustizia tributaria e delle sanzioni applicabili ai contribuenti nei casi di violazione, si pone il tema dell’efficienza del sistema tributario in termini di minimizzazione del numero di imposte e tasse vigenti. Da questo punto di vista, pare opportuno evidenziare che, su 516,6 miliardi di entrate tributarie rilevate dall’ISTAT per l’anno 2019, l’87,4% deriva dai dieci tributi più importanti (che sono, in ordine di grandezza: IRPEF e relative addizionali; IVA; IRES; le accise sugli oli minerali; l’IRAP; l’IMU; l’imposta sull’energia elettrica e i cosiddetti “oneri di sistema”; le accise sui tabacchi; l’imposta sul lotto e le lotterie; l’imposta di bollo), mentre il restante 12,6% deriva alle altre 102 voci di entrata fiscale censite dall’ISTAT”. E’ quanto sottolineato nell’intervento dei rappresentanti del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili sull’indagine conoscitiva sulla riforma dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e altri aspetti del sistema tributario. cdn/AGIMEG