Consiglio di Stato ribadisce la legittimità dei limiti orari per slot e vlt: “Rientra nei poteri del sindaco adottare tali provvedimenti”

Il Consiglio di Stato ha accolto i ricorsi proposti da 4 Comuni lombardi che chiedevano la riforma delle sentenze del Tar della Lombardia che avevano annullato i provvedimenti sindacali di limitazione dell’orario di accensione degli apparecchi da intrattenimento.

I giudici di Palazzo Spada hanno affermato che “Va osservato che è del tutto pacifico il potere del Sindaco di cui all’art. 50, comma 7, del TUEL di adottare provvedimenti funzionali a regolamentare gli orari delle sale giochi e degli esercizi pubblici in cui sono installate apparecchiature da gioco. Si tratta di questione su cui non è dato dubitare e che si ricava anche dagli insegnamenti della Corte Costituzionale che, con la sentenza 18 luglio 2014, n. 220, ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell’art. 50, comma 7, del d.lgs. n. 267 del 2000, sollevata con riferimento agli artt. 32 e 118 della Costituzione, nella parte in cui disciplina poteri normativi e provvedimentali attribuiti al sindaco, senza prevedere che tali poteri possano essere esercitati con finalità di contrasto del fenomeno del gioco di azzardo patologico”.

Inoltre, “un’ordinanza sindacale di regolazione degli orari delle sale da gioco non può considerarsi viziata da deficit di istruttoria o di motivazione soltanto perché il numero dei giocatori ludopatici non sia in assoluto elevato, giacché ciò che massimamente va considerato è la tendenza registrata nel periodo considerato, la quale, da sola, induce allarme negli enti pubblici preposti alla tutela della salute e giustifica pertanto l’adozione di misure restrittive (cfr. Consiglio di Stato atti norm., 6 settembre 2021, n. 1439). L’ordinanza, in definitiva, non sconta alcun deficit istruttorio, partecipativo e motivazionale”.

Per questi motivi il Consiglio di Stato ha accolto i ricorsi e ribadito la legittimità dei limiti orari al funzionamento degli apparecchi da intrattenimento imposti dai sindaci. ac/AGIMEG