Consiglio di Stato conferma limiti orari di Rozzano: “Tale misura è la miglior soluzione per contemperare gli interessi sanitari a quelli economici”

Con una recente sentenza, il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso di una società di gestione di apparecchiature da gioco contro l’ordinanza emessa dal Comune di Rozzano che impone limiti orari al funzionamento di slot machine e videolottery. L’ordinanza stabilisce una sospensione dell’attività di gioco tra le 12 e le 18, in aggiunta agli orari di chiusura notturni, con l’obiettivo di contrastare la ludopatia, in particolare tra i giovani e le fasce più vulnerabili della popolazione.
La misura, già oggetto di valutazione da parte del TAR Lombardia, era stata confermata in primo grado sulla base di un’istruttoria condotta dal Comune in collaborazione con aziende sanitarie locali e associazioni attive nel contrasto alle dipendenze. Il Consiglio di Stato ha ribadito la legittimità dell’ordinanza, evidenziando come il provvedimento sia frutto di un’analisi approfondita e supportato da dati ufficiali relativi al fenomeno del gioco patologico nell’area comunale.
Secondo i dati citati nella sentenza, Rozzano registra un’elevata concentrazione di apparecchiature di gioco, con numerose strutture situate in prossimità di luoghi sensibili, come scuole. Gli studi evidenziano inoltre una crescita significativa della spesa per il gioco d’azzardo negli anni precedenti l’adozione dell’ordinanza, con impatti particolarmente rilevanti sulle fasce più fragili della popolazione, tra cui giovani e anziani.
In tale contesto: “La limitazione oraria di otto ore comporta il minor sacrificio possibile per l’interesse dei privati gestori delle sale da gioco in relazione all’interesse pubblico perseguito: resta consentita l’apertura al pubblico dell’esercizio, che potrà, dunque, continuare a svolgere la sua funzione ricreativa (con eventuale vendita di alimenti, snack, bevande), mentre sono limitati i tempi di funzionamento degli apparecchi per la comprensibile ragione di indurre i soggetti maggiormente a rischio ad indirizzare l’inizio della giornata verso altri interessi, lavorativi, culturali, di attività fisica, distogliendo l’attenzione dal gioco”.
Il Consiglio di Stato ha respinto le contestazioni mosse dalla società appellante, tra cui la presunta mancanza di motivazione del provvedimento e l’assenza di studi specifici sul territorio comunale. I giudici hanno ritenuto congrue le analisi svolte dall’amministrazione comunale, che ha fatto leva su dati statistici e ricerche condotte in collaborazione con enti no profit e servizi sanitari. ac/AGIMEG