Consiglio di Stato accoglie sospensiva e riapre una sala giochi a Trento: “Criterio ‘a compasso’ del distanziometro suscita perplessità”

La querelle al Consiglio di Stato tra gli operatori del gioco e il Comune di Trento continua senza sosta, e dopo la sentenza odierna di sospensione della rimozione delle slot da un esercizio commerciale, è arrivato l’accoglimento della sospensiva della chiusura di un’attività di giochi per il mancato rispetto della distanza minima dai luoghi sensibili.

Una sala giochi di Trento, difesa dall’avvocato Geronimo Cardia, ha presentato il ricorso al Consiglio di Stato per chiedere la riforma della sentenza del Tar di Trento che aveva confermato il provvedimento di chiusura dell’attività.

I giudici hanno rilevato che “nelle more della decisione di merito della controversia in primo grado, già fissata dal T.R.G.A. per la udienza pubblica del 9 febbraio 2023, si rende opportuno accogliere l’appello cautelare con conseguente sospensione degli effetti dei provvedimenti impugnati in primo grado, in considerazione del grave danno economico conseguente alla chiusura dell’attività imprenditoriale della appellante disposta dal Comune di Trento e ciò anche al fine di acquisire i necessari elementi istruttori, all’esito della verificazione già disposta dal T.R.G.A., sulla cui scorta potrà essere valutata la ragionevolezza e la proporzionalità del criterio “a compasso” adottato per la misurazione delle distanze dai luoghi sensibili che, ad un primo sommario esame, suscita perplessità”.

Per questi motivi il Consiglio di Stato ha deciso di accogliere l’appello e sospende gli effetti della sentenza impugnata.

L’avvocato della difesa Geronimo Cardia ha dichiarato: “Importante l’esito delle ordinanze del Consiglio di Stato che confermano la sospensiva dei provvedimenti di chiusura delle sale. Il comparto potrà operare nelle mode delle valutazioni di merito che verranno affrontate al Tar Trento che ha già fissato l’udienza nella seconda metà del mese di marzo 2023. Va detto poi che le ordinanze nella valutazione del merito hanno entrambe puntato il dito sulla proporzionalità e ragionevolezza del criterio ”a compasso” di calcolo della distanza individuato dall’amministrazione”. ac/AGIMEG