“Manca una strategia ragionevole di indennizzo alle attività produttive più colpite, l’unica che potrebbe restituire un po’ di fiducia sul futuro, tutto da costruire”. E’ l’allarme lanciato dall’Ufficio Studi di Confcommercio, che commenta il dato Istat sulle vendite al dettaglio di marzo (-20,5% su febbraio), che conferma le anticipazioni dell’ICC (-21,8% congiunturale grezzo per i beni). In marzo, l’indice scende a un livello che non si osservava dal 2000. “In questo contesto, immaginare una ripresa vivace e diffusa dal prossimo autunno è frutto più di nobile speranza che il risultato di necessari e affidabili calcoli”. “Le vendite calcolate dall’Istat non comprendono i consumi di servizi (per esempio presso bar e ristoranti) e gli acquisti di auto, segmenti che viaggiano prossimi al meno 100% mensile, si comprende appieno la gravità dell’impatto del lockdown in termini di spesa delle famiglie e, quindi, di fatturato aziendale e reddito dei lavoratori indipendenti. Purtroppo il dato di marzo sarà peggiorato dalle performance di aprile, né l’estate potrà compensare minimamente le perdite subite nei mesi precedenti”. cr/AGIMEG