Antonia Campanella (Donne in Gioco): “Comune di Roma applica la legge in modo sbagliato, così si penalizza chi lavora e si favorisce il gioco illegale”

Sta facendo discutere l’operazione dei vigili urbani di Roma, con la pioggia di sanzioni agli esercenti che non hanno rispettato il limite orario di chiusura delle attività con apparecchi da intrattenimento. Contestato in particolare l’ammontare delle ammende, comminate sulla base della legge regionale (da 5.000 a 15.000 euro) e non comunale (da 150 a 450 euro).

“Il Comune di Roma sta applicando la legge comunale ma con gli importi della legge regionale. Ma non solo, la legge regionale si riferisce anche ad orari diversi rispetto a quelli del Comune. Questi verbali sono insopportabili come importi e non hanno alcun fondamento, c’è un contraddittorio sulle fasce orarie e sugli importi”, la denuncia di Antonia Campanella, promotrice del Comitato Donne in Gioco e la prima ad aver segnalato questa situazione.

“Pare, tra l’altro, che il Comune di Roma applichi ancora il distanziometro dai luoghi sensibili a 500 metri anziché 250 metri – prosegue la Campanella – Tutto questo dimenticando che fermando il gioco fisico non si ferma il gioco online, e dimenticando anche che mettendo piede appena fuori dal Comune di Roma non ci sono gli stessi limiti orari, quindi nel concreto non c’è alcun contrasto al gioco ma solo penalizzazioni per chi lavora”.

Il problema è dovuto anche all’utilizzo della app “Smart”, un sistema digitale che rileva se le macchine sono accese o meno, di modo da far partite automaticamente le sanzioni. “Questa app è della vecchia amministrazione quindi Gualtieri dovrebbe rivedere questo metodo. Arriviamo dopo un lungo periodo di difficoltà a causa dei lockdown e della pandemia e stiamo affrontando il caro energia, queste sanzioni sono il colpo di grazia. Sediamoci a un tavolo, parliamo e cerchiamo delle leggi univoche per tutti. Al momento si penalizza chi lavora e si favorisce il gioco illegale, la nostra presenza fisica è infatti un presidio nella lotta all’illegalità e a favore della tutela del giocatore”, prosegue Campanella.

La promotrice di Donne in Gioco chiede chiarezza: “Ovviamente è sbagliato non attenersi alle leggi, se c’è una legge va rispettata che ci piaccia o meno, ma il dissapore più grande è vedere sanzioni così alte. Tra l’altro dopo la terza ammenda arriva la chiusura. Sanzioni così alte fanno male, sono ingiuste. Il Comune di Roma sta facendo di tutto per farci chiudere, per infierire e cancellare gli operatori del gioco, facendo male a imprese e gente che lavora. E’ inaccettabile”. lb/AGIMEG