La Commissione Finanze del Senato ha proseguito ieri i lavori sulla proposta di costituire una Commissione d’inchiesta sul settore del gioco pubblico. Giovannoi Endrizzi del (M5S) pur condividendio le finalità generali della proposta, ha sottolineato che vi sono “alcuni elementi critici”. E ha citato in particolare il “mancato coinvolgimento della Commissione sanità, competente per i fenomeni di dipendenze patologiche, le difficolta di armonizzare le esigenze di gettito dell’Erario con i compiti propri degli enti locali, previsti dal TUEL e dalla Costituzione, a tutela della salute pubblica, il rischio di sovrapposizione con l’attività della Commissione antimafia e la limitata forza degli indirizzi espressi dalla Commissione in conseguenza della sua natura monocamerale”. Ha quindi chiesto di “destinare una particolare attenzione alle infiltrazioni della criminalità organizzata, capace ormai di diventare assegnataria di regolari concessioni, nel settore del gioco legale”. Si è quindi riservato di appofondire queste criticità nel corso della discussione degli emendamenti.
Il relatore Gianni Pittella (PD) pur dando la massima disponibilità al confronto, ha sottolineato – per “evitare ogni possibile fraintendimento” – che la “Commissione di inchiesta svolge attività di indagine con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria”, non ha quindi “potere legislativo o di veto sull’attività del Senato, ma solo di indirizzo e deve dedicare la propria attività al gioco illegale, anche per evitare il rischio di criminalizzare il comparto legale, che opera sulla base di concessioni pubbliche”. E sulla possibile sovrapposizione con l’attività della commissione Antimafia, ha dato la propria disponibilità a “valutare le proposte di modifica del testo volte ad escluderlo”, anche se poi ha richiamato “quanto deciso in sede di conferenza dei Capigruppo circa i tempi di esame del provvedimento”.
Elio Lannutti (Misto), che ricorda il disegno di legge in materia a sua prima firma, che reca “Norme per il contrasto, la riduzione e la prevenzione del gioco d’azzardo patologico”, assegnato alle Commissioni riunite 6ª e 12ª in sede redigente il 20 novembre 2018, evidenzia alcune criticità del testo, in relazione alla Composizione della Commissione, alla sua monocameralità e alla scelta di lasciare alla Presidente del Senato il potere di nominarne il Presidente, scegliendolo al di fuori dei componenti.
Stanislao Di Piazza (M5S) ha invitato a tenere conto del “tema etico del gioco e delle sue conseguenze sui soggetti vulnerabili”. Ha ripercorso l’evoluzione del settore, fino agli ultimi sviluppi tecnologici, manifestando “preoccupazione per la destinazione delle risorse accumulate dai siti di scommesse online”. Ha quindi auspicato che “la Commissione possa offrire gli opportuni indirizzi al Senato per la possibile redazione di un testo unico delle leggi in materia di gioco pubblico”.
Il Presidente Luciano D’Alfonso ha dichiarato chiusa la discussione generale e ha ricordato “l’esigenza di istituire una Commissione di inchiesta sul settore del gioco pubblico in Italia e sul contrasto del gioco illegale e gli importanti compiti ad essa attribuiti, tra i quali quello di offrire indirizzi all’attività legislativa del Parlamento”. Ha quindi manifestato “la necessità di contemperare le esigenze di tutela della salute pubblica con quelle del bilancio dello Stato” e ha auspicato “la massima convergenza sul testo da parte della Commissione”. Ha quindi annunciato che la discussione sugli emendamenti prenderà il via nella seduta di giovedì, “con l’auspicio che le Commissioni consultate possano aver espresso in tale data i rispettivi pareri”. Ha quindi fissato per le 12 di oggi il termine per presentare subemendamenti alle proproste di modifica presentate dal relatore. lp/AGIMEG