“La Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) ha ripetutamente riconosciuto che, in assenza di una normativa UE settoriale specifica nel settore del gioco d’azzardo, gli Stati membri possono limitare i servizi di gioco d’azzardo al fine di salvaguardare vari interessi pubblici, come la lotta al gioco d’azzardo patologico e la protezione di consumatori e minori. La legislazione nazionale deve tuttavia rimanere in linea con le norme sul mercato interno stabilite dai trattati UE e interpretate dalla CGUE”. Questa la risposta del Commissario europeo per il mercato interno, Mr Breton, all’interrogazione dell’europarlamentare Dinesh Dhamija riguardante la realizzazione di un regolamento che garantisca condizioni di parità per tutti gli operatori e le forme di gioco d’azzardo. “A seguito della decisione della Commissione cui fa riferimento l’onorevole parlamentare (del 2017 di sospendere la procedura di infrazione relativa al gioco d’azzardo contro gli Stati membri), le persone e gli operatori sono incoraggiati a ricorrere ai rimedi nazionali in caso di problemi con il diritto dell’UE nel settore del gioco d’azzardo. I tribunali nazionali sono i “tribunali comuni” per il rispetto del diritto dell’UE e contribuiscono efficacemente a farla rispettare nei singoli casi. La decisione della Commissione di non perseguire violazioni nel settore del gioco d’azzardo non pregiudica la valutazione giuridica dei tribunali nazionali nei singoli casi. La Commissione ha preso una serie di iniziative per proteggere i consumatori dei servizi di gioco d’azzardo e impedire ai minori di giocare d’azzardo. La cooperazione tra autorità di regolamentazione continua sulla base di un accordo di cooperazione amministrativa. A causa delle differenze significative tra gli Stati membri in termini di cultura, tradizioni e atteggiamenti nei confronti delle diverse forme di gioco d’azzardo, in questa fase la Commissione non intende intraprendere ulteriori iniziative settoriali specifiche nel settore del gioco d’azzardo”, ha concluso. cdn/AGIMEG