Commissario Ue Mercato Interno: “Non esiste una normativa UE comune in materia di gioco, Stati membri liberi di stabilire le proprie regole”

“Nel 2017 la Commissione ha deciso di ridurre le proprie attività relative all’applicazione degli articoli 49 e 56 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea nel settore del gioco d’azzardo. La Commissione rimane coerente con tale decisione e non prevede di affrontare la mancanza di convergenza normativa e di tutela dei consumatori attraverso una normativa settoriale dell’UE in materia di gioco d’azzardo. La raccomandazione 2014/478/UE della Commissione sui principi per la protezione degli utenti dei servizi di gioco d’azzardo online non è vincolante e non interferisce con il diritto degli Stati membri di regolamentare i servizi di gioco d’azzardo nel rispetto del diritto dell’UE. Non esiste tuttavia una normativa settoriale dell’UE in materia di gioco d’azzardo. Gli Stati membri sono liberi di disciplinare il gioco d’azzardo, purché tali regolamentazioni rimangano in linea con le norme relative al mercato interno stabilite dal trattato quali interpretate dalla Corte di giustizia dell’UE. Le regolamentazioni in materia di gioco d’azzardo, anche in relazione alla tutela dei consumatori e all’applicazione delle norme, variano quindi notevolmente da uno Stato membro all’altro”. E’ quanto ha sottolineato Thierry Breton, Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, in risposta a un’interrogazione presentata dall’europarlamentare Ignazio Corrao (Verts/ALE) riguardante le scommesse legali e illegali, ludopatia, il gioco d’azzardo in Europa e lo scandalo calcio e scommesse in Italia.

“Nel settore della tutela orizzontale dei consumatori dell’UE, la Commissione sta svolgendo un vaglio di adeguatezza per determinare se gli atti legislativi vigenti in materia di tutela dei consumatori assicurino un alto livello di protezione nell’ambiente digitale, ad esempio per quanto riguarda le progettazioni di interfacce che possono influenzare le decisioni dei consumatori o creare dipendenza digitale”, ha concluso. cdn/AGIMEG