Dal 2020 al 2022 in Friuli Venezia Giulia i volumi di raccolta di gioco sono passati da 439,74 milioni a 736 milioni con una spesa pro capite pari a 1.109 euro annui. È quanto emerso dalla relazione della Direzione Salute Friuli Venezia Giulia, guidata dall’assessore Riccardo Riccardi, sulla legge regionale 1/2014 inerente le disposizioni per la prevenzione, il trattamento e il contrasto della dipendenza da gioco ed esaminata dal Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione del Consiglio regionale, presieduto da Nicola Conficoni (Pd).
Dalla relazione, emerge anche che, per quanto riguarda la situazione degli apparecchi da gioco, sul territorio regionale il numero di awp è diminuito, passando da 5709 apparecchi nel 2020 a 5354 nel 2022, mentre le vlt sono rimaste quasi invariate (1028 nel 2020 e 1023 nel 2022). Per quanto concerne il numero delle persone prese in carico dai servizi sanitari per il trattamento dei disturbi da gioco d’azzardo emerge che l’utenza è stata costantemente in crescita: le persone assistite sul territorio regionale sono passate da 220 nel 2021 a circa 500 nel 2022.
“La percentuale di persone astinenti monitorata rimane altissima”, ha precisato la Direzione Salute facendo sapere che “le disposizioni previste dalla legge 1/2014 hanno trovato applicazione mediante l’attuazione di piani regionali annuali, con attività volte alla prevenzione cura e contrasto della ludopatia attraverso centri di aggregazione come Caritas, parrocchie o giovanili, progetti nelle scuole, incontri di informazione e sensibilizzazione rivolti alla cittadinanza e supporto ai servizi per le Dipendenze nell’ottica di creare una rete sempre più allargata di cura e trattamento. Dal 2022 è stato, inoltre, attivato un numero verde in caso di esigenza e la Regione è, attualmente, in collaborazione con la Sissa per la realizzazione di una apposita app”.
Su 215 Comuni solo 7, di cui 4 nella provincia di Udine, 2 nella provincia di Pordenone e 1 nella provincia di Gorizia hanno attivato forme di premialità per disincentivare l’installazione di apparecchi all’interno delle attività economiche.
La dem Manuela Celotti ha sottolineato: “le azioni regionali hanno creato maggiore consapevolezza trasversale sul tema, anche se purtroppo sul ruolo dei Comuni c’è ancora molto da fare”.
Per Serena Pellegrino (Avs) “i progetti per il contrasto alla ludopatia non saranno mai sufficienti se i ricavi del gioco d’azzardo non vengono reinvestiti nel sociale e nella salute”.
“La legge approvata nel 2014 – ha detto il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd), presidente del Comitato per la Legislazione – è stata indubbiamente innovativa nell’approccio a una patologia presente anche nella nostra comunità. Prima di mettere mano alla norma, è opportuno procedere alla sua completa attuazione. Gli incentivi regionali per la riconversione delle sale slot, infatti, non sono mai decollati limitando l’efficacia del provvedimento come le proroghe concesse durante la pandemia”. “Scorrendo i dati, poi, su 215 Comuni, solo sette hanno introdotto premialità volte a contenere il gioco d’azzardo, 116 hanno predisposto un elenco dei luoghi sensibili presenti sul proprio territorio e 61 hanno attuato una prescrizione degli orari di apertura delle sale gioco e del funzionamento delle apparecchiature. Di qui l’opportunità che la Regione intervenga per stimolare comportamenti virtuosi a livello locale”,
“La legge 1/2014 è una buona norma – ha detto in chiusura l’assessore Riccardi – ma le politiche di prevenzione non possono risolvere da sole il problema. Oggi è necessario attualizzare le misure nel contesto contemporaneo”. cdn/AGIMEG