Cirio (pres. Piemonte): “Servono programmazione e sostegni tempestivi per chi viene chiuso”

“Noi presidenti di regione abbiamo apprezzato il fatto che Draghi, dopo qualche critica un po’ generalizzata, abbia chiarito che abbiamo fatto la nostra parte. Le regioni non hanno alcuna voglia di fare polemiche o cercare lo scontro: siamo sulla stessa barca e ci siamo tutti”. E’ quanto ha detto il presidente del Piemonte Alberto Cirio a La Stampa. “Ora, finalmente, c’è un coinvolgimento che non è formale ma sostanziale: in passato venivamo convocati due ore prima della firma dei decreti, spesso avendo già letto su Internet quel che ci si doveva comunicare. Oggi sappiamo di non essere solo sentiti ma ascoltati”, ha aggiunto. “Coralmente abbiamo chiesto di dare alle imprese una prospettiva. Ora siamo in grado di prevedere l’andamento dell’epidemia: fissiamo un calendario a media-lunga scadenza. Errori come lo sci fermato a poche ore dalla ripresa o le aperture a singhiozzo non devono più ripetersi. Servono programmazione e sostegni tempestivi per chi viene chiuso”, ha sottolineato. “La Gran Bretagna ha impostato un lockdown duro perché aveva le scorte per una vaccinazione di massa. Ma noi non possiamo permetterci sei mesi di lockdown. Ecco perché dico che i due piani devono marciare insieme: accelerare sui vaccini e chiudere là dove necessario in maniera chirurgica, non generalizzata”, ha continuato. cdn/AGIMEG