L’emergenza coronavirus, che nel 2020 ha portato alla chiusura del settore del gioco pubblico tra marzo e giugno e che si è nuovamente abbattuta sul comparto in autunno, con nuove chiusure da fine ottobre a (quasi certamente) tutto dicembre, avrà un impatto significativo sulla raccolta del gioco pubblico nell’anno in corso. Secondo le stime dei concessionari, raccolte da Agimeg, il settore perderà circa il 25% degli incassi. Di fatto nel 2020 si registrerà una raccolta stimata in 80/82 miliardi di euro, contro gli oltre 110 miliardi del 2019. In altre parole, il coronavirus ha riportato le lancette dell’orologio del settore del gioco pubblico ad un decennio fa: nel 2011 la raccolta viaggiava sui 76,5 miliardi, poi dal 2012 si è superata costantemente (e abbondantemente) quota 80 miliardi.
In termini di gettito erariale, la riduzione della raccolta, ripartita diversamente tra i diversi settori – quella sulla rete fisica ha subìto una brusca battuta d’arresto, mentre il gioco online, per esempio, è aumentato del 40% – segnerà un decremento per le casse dello Stato quantificato in circa 4,5/5 miliardi di euro – lo scorso anno nelle casse erariali finirono 11 miliardi e mezzo di euro, nel 2020 si prevedono tra i 6,5 e 7 miliardi – senza contare la riduzione degli occupati del comparto e, quindi, i minori versamenti in termini di ritenute alla fonte.
Analizzando l’impatto delle misure restrittive sui singoli prodotti di gioco, le Slot quest’anno perderanno circa il 50% della raccolta (pari a circa 12 miliardi di euro) e il 45% delle entrate erariali (-2,4 miliardi), mentre le VLT registreranno un crollo ancora più marcato: -65% di raccolta (-14 miliardi) e –60% di entrate erariali (-1,1 miliardi). Complessivamente, quindi, nel 2020 dagli apparecchi da intrattenimento (Slot e VLT) arriveranno 3,5 miliardi di gettito erariale in meno. La stima relativa alla raccolta sulle scommesse sportive segna invece un complessivo -20%, valore che viene fuori dalla forte riduzione del gioco fisico (-40%) e dall’incremento delle scommesse online (+6%) e crescita contenuta per effetto dello stop ai campionati di calcio tra marzo e giugno). Perdite consistenti anche per le lotterie ed i giochi numerici, comparto che nel 2019 ha portato circa 3 miliardi nelle casse dello Stato e per i quali nel 2020 si stima un gettito di circa 2,2 miliardi, con una perdita erariale di 800 milioni di euro.
In controtendenza invece il gioco a distanza (escluse le scommesse), che segnerà a fine anno un incremento del +40%, sebbene a causa dell’alto payout il maggior gettito per lo Stato, in valore assoluto, sarà quantificabile intorno ai 100 milioni di euro. cr/AGIMEG