Chiusure sale giochi, sale scommesse, bingo: manifestazioni di protesta anche in Spagna, migliaia di lavoratori in piazza a Barcellona per chiedere la riapertura delle attività di gioco

La protesta contro la chiusura di sale giochi, sale scommesse e sale bingo non ha confini. In Italia da settimane si susseguono a Montecitorio le manifestazioni delle lavoratrici del settore del gioco legale, che chiedono la riapertura di tutte le attività di gioco, ma anche in Spagna i lavoratori del comparto sono allo stremo, motivo che ha spinto migliaia di persone a scendere in piazza a Barcellona per chiedere alla Generalitat, il Governo della Catalogna, una pronta riapertura di sale scommesse e sale bingo. In Catalogna le attività di gioco hanno dovuto abbassare le saracinesche, per contenere il diffondersi dell’epidemia di coronavirus, lo scorso 16 ottobre. Oltre 4 mesi di chiusura forzata, dunque, che si sono andati a sommare ai mesi di chiusura del primo lockdown, nella primavera dello scorso anno.
I lavoratori aderenti al Colectivo Catalán de Trabajadores del Juego (CCTJ) hanno manifestato davanti al Ministero del Lavoro chiedendo “l’immediata riapertura delle attività di gioco in Catalogna” e “che si ponga fine alla discriminazione contro il settore del gioco”. A rischio oltre 8 mila lavoratori impiegati nel comparto del gioco catalano. “E’ inspiegabile da un punto di vista sanitario che continuino a tenerci chiusi”, ha detto il portavoce del CCTJ. “Le sale da gioco si sono dimostrate sicure, non si sono mai registrati casi di Covid. Inoltre, oltre alle azioni previste nei protocolli sanitari di ciascuna azienda, esiste un rigoroso controllo degli accessi”. In questo senso, il portavoce dei lavoratori ricorda che i locali di gioco “sono spazi in cui non c’è una grande concentrazione di persone e dove sono garantite distanze di sicurezza, ventilazione e rinnovo dell’aria dei locali, oltre all’uso della mascherina e la disinfezione di macchine e tavoli dopo ogni utilizzo”. cr/AGIMEG