“Il Governo continua ad ignorare le nostre richieste, siamo una categoria fantasma”. Così Roberto d’Amora concessionario dei giochi pubblici. “La sofferenza e l’emergenza sanitaria ci hanno piegato, fisicamente ed economicamente. Noi come tanti altri siamo cittadini italiani e piccoli imprenditori che hanno stretto la cinghia per non cedere alla crisi. Eppure – spiega d’Amora – non siamo considerati alla pari degli altri: noi concessionari del gioco siamo la classe più penalizzata, chiusa da più tempo e più tassata d’Europa. Lo Stato ci ha fatto acquistare concessioni legali che oggi non siamo in grado di mantenere operative. Siamo chiusi da sei mesi e nonostante questo abbiamo subìto anche l’aumento della tassazione dello 0,5% sulla raccolta. Da inizio anno inoltre è scattato un nuovo aumento erariale sugli apparecchi da intrattenimento”. Le ultime dichiarazioni del Ministro Sileri lanciano speranze per ristoranti, cinema e attività di ogni genere, mentre delle sale da gioco non si parla. “Non chiediamo trattamenti di favore, chiediamo rispetto. I nostri dipendenti – commenta Roberto d’Amora – vivono nell’incertezza del domani. Alcuni negozi non riapriranno, e decine di lavoratori perderanno il loro posto di lavoro. Il nostro non è un grido d’allarme, il 2020 ci ha già piegati, ora si tratta di ripartire se e quando lo Stato si ricorderà di noi. Nella lunga lista di restrizioni noi non ci siamo perché lo Stato ci ha cancellato. Così si favorisce il gioco illegale, così si cede il passo a quel sottobosco che vive di espedienti, si regredisce e non si avanza”. lp/AGIMEG