“Bisogna cominciare a ragionare seriamente sulla riapertura del gioco pubblico, chiuso complessivamente da oltre 8 mesi. Il gioco illegale sta creando molteplici danni a causa dell’infiltrazione delle mafie, sul lavoro e all’erario”. Così in una nota riportata dall’agenzia di stampa ‘Dire’ il deputato del Pd, Paolo Lattanzio, coordinatore del Comitato per la prevenzione e la repressione delle attività predatorie della criminalità organizzata durante l’emergenza sanitaria, istituito presso la Commissione antimafia, a seguito dell’audizione di oggi in Commissione con le concessionarie del gioco legale. Secondo Lattanzio, il lockdown prolungato di questi esercizi ha causato diversi problemi: “Uno legato all’occupazione, con a rischio 150mila lavoratori, in particolare donne. Poi un danno alle casse dello Stato (che nel 2019 ha incassato 10,3 miliardi di euro dall’area retail del gioco legale, mentre nel 2020 si è privato del 42,3% delle entrate) e infine, ma non ultima, una enorme questione di legalità perché, come ha evidenziato la Dia, c’è stata una forte esplosione del gioco d’azzardo illegale gestito dalle mafie e dalla ‘ndrangheta. Il fatto che adesso il gioco pubblico in concessione dello Stato non sia accessibile lascia i giocatori esposti a un sistema alternativo illegale di gioco che è disponibile e che non ha nessuna forma di regola. Questo settore è appetibile e ambito dalle mafie e dagli speculatori mafiosi sia perché permette azioni di riciclaggio sia perché in ragione della loro enorme disponibilità di liquidità i mafiosi prestano soldi alterando il mercato, drogando il sistema e acquisendo la titolarità delle imprese. Questo significa che il sistema viene ancora più drogato perché riempito di fondi illeciti. E’ un triplo danno- continua Lattanzio- ai lavoratori e alle lavoratrici, allo Stato e ai giocatori. E’ importante in questa nuova fase di emergenza da pandemia leggere lo scenario in maniera non ideologica, quindi il punto decisivo è che noi dobbiamo fare la guerra al gioco illegale, non fare la guerra ai lavoratori e alle lavoratrici del gioco legale: è indispensabile un il cambiamento di storytelling. Occorre giocare in presenza alle ricevitorie con tutte le precauzioni del caso e voglio ricordare che al tempo stesso le concessionarie rappresentano presidi di legalità in quanto soggette alle norme antiriciclaggio, contrastano la ludopatia (perché in quanto gioco legale prevede norme di sicurezza e garanzia per i giocatori), hanno la capacità di analizzare dove si giocate anomale. Confidiamo che il nuovo governo alla luce di queste analisi e valutazioni legate al profilo antimafia e del danno erariale per lo stato, riapra i concessionari, quasi tutte aziende a conduzione familiare”. lp/AGIMEG