Chiacchio (pres. AGSI) ad Agimeg: “Insensata la richiesta di Casini (pres. Lega Serie A) di ricevere un contributo dal settore del gioco. Il comparto è già penalizzato da importanti prelievi erariali”

Il presidente della Lega di Serie A, Lorenzo Casini, nei giorni scorsi ha preannunciato, durante la sua audizione alla Commissione Cultura della Camera, che depositerà un documento per chiedere delle risorse per il calcio dal mondo dei giochi legali. Il presidente dell’associazione AGSI, Pasquale Chiacchio, ha rilasciato un commento ad Agimeg per commentare le dichiarazioni di Casini.

“A mio avviso, è assurdo che quando c’è bisogno di risorse si pensi sempre e solo a questo comparto che è già penalizzato notevolmente dai prelievi erariali. Inoltre, come ha ben ricordato l’Amministratore Delegato di Snaitech Fabio Schiavolin, il settore del calcio già percepisce un importante contributo da parte dello Stato. Quindi, non ha proprio senso chiedere ulteriori contributi da altri settori”.

“Se dovesse passare una simile linea, si rischia di mettere ulteriormente in difficoltà tante imprese e di conseguenza il livello occupazionale che il settore del gioco garantisce. Credo che siano irricevibili proposte di questo tipo che chiedono sacrifici solo al settore del gioco. Il settore dei giochi produce 12 miliardi ogni anno per lo Stato che poi vengono spesi per servizi per la comunità come sanità, scuole, strade e molto altro. Spesso non viene ricordato che grazie a quanto prodotto dai giochi c’è un ritorno importante in servizi. Casini, durante la sua audizione, ha detto che parte dell’eventuale contributo sarebbe destinato per costruire nuovi impianti sportiva, ma dimentica che nella quota di denaro che il settore del gioco versa all’Erario rientrano anche questo tipo di opere”.

“Lo Stato – prosegue Chiacchio – deve fare chiarezza e smetterla di combattere il gioco legale e destinare i propri sforzi verso la lotta all’illegalità, poiché la criminalità organizzata non aspetta altro che vedere un settore del gioco legale in difficoltà per penetrare”.

“Il ritorno della pubblicità per i giochi sarebbe molto positivo, ma deve essere fatta in modo intelligente e sociale, così oltre che promuovere il proprio marchio ci sarà l’impegno a trasmettere un messaggio di tutela sociale. Ciò sarebbe una buona soluzione sia per lo Stato che per gli operatori”. ac/AGIMEG