La norma italiana che prevede un diverso – e più oneroso – regime fiscale per le vincite conseguite presso casinò aperti in altri Stati dell’UE, rispetto a quelle centrate nelle case da gioco nazionali, potrebbe essere in contrasto con il Trattato dell’Unione. E’ la questione che la Commissione Tributaria provinciale di Roma ha sollevato di fronte alla Corte di Giustizia, la causa è appena stata introdotta, la decisione potrebbe arrivare nel giro di 12-18 mesi. Il ricorso di fronte alla Commissione Tributaria è stato intentato da un cittadino che si opponeva all’avviso di accertamento per il recupero di complessivi euro 45.327,48 a titolo di lrpef, addizionali e sanzioni. L’Ufficio erariale contestava al ricorrente l’omessa dichiarazione della somma di euro 52.000,00, oggetto di vincita al gioco del poker nel casinò di Nova Gorica, in Slovenia, sostenendo che la somma avrebbe dovuto essere computata nell’imponibile Irpef in quanto rientrante nei “redditi diversi” (art. 67 comma 1 lett. d) DPR 917/1986). La norma nazionale tuttavia suscita dubbi di compatibilità con 1’art. 49 del Trattato UE, dal momento prevede un trattamento differente tra le vincite conseguite nei casinò italiani e e quelle neri casinò esteri. gr/AGIMEG