“Mi auguro che si trovi il punto d’incontro con gli istituti bancari. Il vero punto della questione è il rapporto tra le strutture dei giochi e il sistema bancario. Questo comparto è importante, è un polmone economico per le entrate dello Stato. È un dato scontato. Quindi perché il MEF non controlla bene la normativa che regola il settore? Le banche non possono vietare operazioni finanziarie, perché il limite è rappresentato solo da questioni etiche, ma non può avere pregiudizi sull’attività”. E’ quanto ha dichiarato il rettore dell’Università Auge, Giuseppe Catapano, durante il convegno promosso da A.G.S.I. (Associazione Gestori Scommesse Italia), dal titolo “Giochi legali: regole e dazi certi e sostenibili”.
“Vogliamo condividere con l’AGSI un percorso di informazione perché il comparto ha un peso internazionale. Bisogna conoscere le leggi che garantiscono le attività. Sembra un artista di cui ci ricordiamo solo quando muore, perché ci dimentichiamo tutto il lavoro che c’è dietro alle attività. Le banche non possono vietare aperture di conti correnti alle categorie, perché le norme antiriciclaggio sono di interesse pubblico e così si finisce per agevolare attività criminali. Ci sono anomalie informative e contrattuali e bisogna modificare questo passaggio. Questa attività è soggetta al riciclaggio e spesso vie è associata, ma a livello bancario non si riflette sul fatto che per operare sono stati ottenuti permessi documentali. Serve chiarezza nell’applicazione della norma e un accompagnamento informativo. Il dramma è che la banca è incapace di gestire il settore, non è un divieto bancario. Le banche si devono munire di un sistema adeguato di gestione dei dati che oggi non hanno. In Spagna questo non accade, perché il gioco è regolamentato da 50 anni mentre da noi è più recente. Le banche si nascondono dietro il codice etico, vietando crescita alla categoria senza poterla effettivamente vietare”. sm/AGIMEG