“Il denaro incassato” con le slot “appartiene alla pubblica amministrazione sin dal momento della sua riscossione”, pertanto commette peculato il gestore o l’esercente che “si impossessi dei proventi del gioco, anche per la parte destinata al pagamento del Prelievo Erariale Unico (PREU), non versandoli al concessionario competente”. Lo ribadisce la Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione – citando una sentenza delle Sezioni Unite del settembre 2020 – nella sentenza in cui respinge il ricorso intentato da un gestore. Questi aveva provato a sostenere che non fosse configurabile il reato di peculato dal momento che i soldi incassati con le slot non potevano considerarsi dello Stato. Secondo il gestore, infatti, il denaro restava nella sua disponibilità: “non sarebbe immediatamente di proprietà dell’erario e dunque l’impresa non si approprierebbe di denaro altrui”. lp/AGIMEG