Cassazione conferma condanne ad esponenti clan Spada per estorsione a tabaccaio di Ostia. “Chiesti 275mila euro per schedina vincente non accettata dal tabaccaio: nessun fondamento probatorio”

La Corte di Cassazione conferma le condanne – a 8 anni di reclusione – emesse nei confronti di Carmine Spada e di Emiliano Belletti per l’estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di un tabaccaio di Ostia. La vicenda risale al 2014, i due malviventi avevano all’inizio avevano chiesto all’uomo di pagare una somma di 100mila euro. Belletti inizialmente sosteneva di aver tentato di giocare una schedina che poi avrebbe fruttato quella vincita, ma il ricevitore si era rifiutato di farlo. Di conseguenza chiedeva di essere risarcito. Nel giro di qualche giorno, Belletti aveva portato la richiesta da 100mila a 275mila euro, e una volta aveva addirittura trascinato per strada il ricevitore per schiaffeggiarlo. Infine, Belletti aveva direttamente minacciato di morte il tabaccaio se non avesse consegnato la ricevitoria. A quel punto, l’uomo ha deciso di denunciare il tutto, e sono scattati gli arresti. Per la Seconda Sezione Penale della Cassazione, la versione fornita da Belletti e Spada è manifestamente infondata: la Corte d’Appello infatti “ha sottolineato come la tesi difensiva (…) non ha trovato alcun fondamento probatorio, poiché l’imputato non ha neppure allegato quali fossero state le giocate non effettuate, gli importi asseritamente vinti e non riscossi, né ha spiegato il criterio di determinazione della somma pretesa dapprima nella misura di 100.000 euro e poi aumentata dallo Spada, in sua presenza, fino a 275.000 euro”. Per la Suprema Corte, “è evidente che il carattere del tutto pretestuoso della richiesta avanzata dai correi, che si manifesta anche nella crescente entità della pretesa, sganciata da una sia pur minima giustificazione, palesa in modo indiscutibile il carattere estorsivo della condotta”. Nel processo si è costituita come parte civile anche Roma Capitale. rg/AGIMEG