Sembra giunta al termine l’odissea dei dipendenti di una sala Bingo di Roma in attesa degli assegni della cassa-integrazione. “E’ cambiato tutto l’altro ieri, lunedì, l’Inps ci ha comunicato che ci avrebbero versato la cassa integrazione il 19. Al momento ci è stato versato il mese di aprile. Questa mattina (ieri, NdR), via e-mail, ci hanno comunicato che il 22 avrebbero versato anche i mesi restanti”. Il pagamento quindi dovrebbe essere stato effettuato oggi. Lo ha detto Maria Teresa Padrini, dipendente di una sala Bingo di Roma, intervenendo alla puntata di ieri di Mi Manda RaiTre. Padrini ha infatti spiegato che di essere stata messa entrata in cassa integrazione a marzo, e poi di aver ripreso a lavorare a luglio, quando il Governatore Zingaretti ha consentito alle imprese dei giochi di riprendere le attività, in sostanza quindi – come i suoi colleghi – ha attraversato un periodo di 4 mesi in cui non ha percepito stipendio. Lidia Galeazzo ha sottolineato che il problema non riguarda solamente i dipendenti delle sale da gioco, secondo quanto ha scritto il Messaggero in un articolo del 16 ottobre ci sono ancora 150mila dipendenti in attesa di cassa integrazione. Mi Manda RaiTre ha anche intervistato in un servizio alcuni dipendenti delle sale Bingo: “La gente mi chiede come faccia ad andare avanti. Io non vado avanti, aspetto che arrivi qualcuno” ha raccontato uno di loro, che ha poi spigato di aver ricevuto solo la prima mensilità della cassa-integrazione, quella per il mese di marzo. L’assegno è arrivato a maggio, poi più nulla. Un’altra dipendete ha detto di aver ricevuto “55 euro per il mese di aprile, non sappiamo cosa siano”. E il primo ha sottolineato: “Stiamo aspettando le mensilità di aprile, maggio e giugno, che complessivamente sono 2mila euro. Soldi che a una famiglia servono”. Nonostante i continui solleciti avanzati in questi mesi, l’Inps rispondeva al massimo che “la richiesta è in fase di istruttoria”. “Otto mesi” ha commentato un altro dipendente. Presente in studio Luca Sabatini, dirigente dell’Inps: “Quello della pandemia è stato un fenomeno sconosciuto, ci sono state difficoltà organizzative che hanno investito tutti. Anche la pubblica amministrazione ha cercato in tutte le maniere di operare nonostante le difficoltà. l’Inps in questi 6 mesi ha erogato casse integrazioni per circa 6,5 milioni di beneficiari con 20 milioni di pagamenti mensili. Nel 2019, le richieste per l’intero anno erano state 500mila, quindi stiamo parlando di un volume 12 volte superiore, in un lasso di tempo dimezzato”. Per Sabatini in sostanza il problema è stato sostanzialmente di carattere burocratico, mentre non c’è nessun allarme sulle risorse: “Sono stati stanziati 26 miliardi per la cassa integrazione legata all’emergenza Covid. Ci sono sicuramente delle risorse adeguate”, e ha assicurato quindi che l’Inps sta cercando di lavorare quanto prima le pratiche di quei 150mila dipendenti ancora in attesa. Per Pasquale Staropoli, della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, tuttavia, c’è un problema di fondo: quello di aver utilizzato uno strumento come la cassa integrazione inadeguato per fronteggiare una situazione di emergenza senza paragoni. “La cassa integrazione ordinaria serve a far fronte a un momento di crisi dell’impresa, per aere il tempo di ragionare con i sindacati su quale possa essere la soluzione per fronteggiare quella crisi. Serve in sostanza a fronteggiare una crisi momentanea di un’impresa, di un settore. Nel momento che abbiamo vissuto sarebbe servito uno strumento diverso, noi lo abbiamo chiamato ammortizzatore sociale unico”. lp/AGIMEG