“Non esiste un provvedimento di sequestro preventivo dei centri Stanleybet di tutta Italia. Al momento la società Stanleybet Malta LTD ha appreso l’esistenza di provvedimenti, di indagini, di relazioni di ADM solo dalle diverse testate giornalistiche – riporta una nota dell’avvocato Daniela Agnello legale della società – che riportano un comunicato diffuso ai giornalisti ancor prima di essere notificato alla parte indagata e consentirne i rimedi giurisdizionali. La società, mio tramite, continua a manifestare
a) un profondo stupore per non aver avuto ancora la notifica e la diretta conoscenza del provvedimento. Tale ritardo non consente l’avvio delle impugnazioni previste dalla legge con violazione del diritto di difesa;
b) un immenso disorientamento per un decreto emesso dal Gip di Catanzaro, che non tiene conto del “caso Stanleybet” “sanato dalla giurisprudenza” quale “eccezione alla regola con attivita lecita e regolare”, come definito dalle sentenze emesse negli ultimi vent’anni, in sede penale e amministrativa. E come statuito dai plurimi provvedimenti anche dei giudici di Catanzaro (Ufficio Gip, tribunale del riesame, Tribunale monocratico, Corte di Appello) che sono gia intervenuti anche recentemente in materia , dissequestrando i centri per disapplicazione della sanzione penale e prevalenza dei principi euro unitari o assolvendo i titolari perché il fatto non sussiste;
c) un assoluto dissenso dalle dichiarazioni rese dai funzionari ADM, che dopo 20 anni di procedimenti in sede penale, amministrativa e civile (ove l’amministrazione e parte in causa o soggetto informato dei fatti), continuano inesorabilmente a sostenere la tesi che Stanleybet non ha partecipato alle gare e opera in Italia in violazione di legge. Tesi puntualmente smentita da migliaia di provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria italiana in sede penale, ben conosciuti da ADM, che riconoscono l’attività di Stanleybet lecita e legittima, trasparente ed esente da censure.
La società, che ha già subito dalla Procura di Roma un procedimento con contestazione del medesimo reato, con ADM persona informata dei fatti, censurato dalla Corte di Cassazione e poi archiviato, mio tramite – conclude la nota – resta in attesa di ricevere le formali notifiche e rinnova la piena fiducia nell’autorità giudiziaria italiana”. lp/AGIMEG