Scommesse: sequestro marchi e insegne, divieto temporaneo di raccolta gioco per centri Stanleybet di tutta Italia. Agnello (avv. Stanleybet): “Provvedimento che non tiene conto della giurisprudenza nazionale e eurounitaria. Sconcerto per averlo appreso dalla stampa”

La Sezione di polizia giudiziaria della Polizia di Stato della Procura di Catanzaro ha eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, personali e reali, nei confronti della nota società di scommesse Stanleybet Malta Ltd e del titolare di una ricevitoria di un comune della provincia catanzarese. Il provvedimento cautelare è stato emesso dal Gip di Catanzaro su richiesta della Procura del capoluogo calabrese e consiste nel sequestro preventivo delle insegne e dei marchi riconducibili alla Stanleybet Malta Lltd presenti sul territorio italiano e nel divieto temporaneo di esercitare, nel territorio della Repubblica italiana, l’attività di esercizio e raccolta di scommesse sportive.

L’ipotesi investigativa è che la società Stanleybet abbia raccolto in Italia scommesse su eventi sportivi ed altri tipi di evento, utilizzando sia proprie sedi che per il tramite di imprese indipendenti, senza alcun titolo concessorio dei Monopoli di Stato e della prescritta licenza rilasciata dal Questore, commettendo così il reato di esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa. La società maltese, secondo gli inquirenti, “può solamente esercitare l’attività di scommessa su gioco a distanza, ovvero on line, e dunque non può ricevere denaro contante dai giocatori presso le ricevitorie; di conseguenza, non avendo alcun titolo autorizzativo per le scommesse su rete fisica, l’operatore non può esporre all’esterno del punto vendita marchi o insegne”.

L’assenza di concessione su rete fisica, spiega la procura, “comporta anche il mancato collegamento al Totalizzatore Nazionale – uno strumento informatico che in tempo reale controlla le giocate che avvengono presso i concessionari autorizzati – che da un lato garantisce la massima trasparenza e regolarità per lo scommettitore e, dall’altro, computa il pagamento delle imposte al quale sono tenute le società di bookmakers ed i proprio centri di raccolta”.

Il provvedimento cautelare, sottolineano gli inquirenti, “è diretto a far cessare il comportamento tenuto dai soggetti coinvolti i quali, pur essendo consapevoli di non poter accettare scommesse, hanno ugualmente proseguito nella loro attività, operando come ricevitoria fisica e continuando a non versare l’imposta unica sulle scommesse”. Il procedimento pende nella fase delle indagini preliminari.

“La società StanleyBet ha appreso solo da fonti giornalistiche dell’esistenza di un presunto decreto di sequestro preventivo di marchi e insegne”. E’ quanto ha dichiarato l’avv. Daniela Agnello difensore della società StanleyBet.

“Esprime, mio tramite, profondo stupore per un provvedimento emesso da un giudice territoriale che non tiene conto della giurisprudenza nazionale e eurounitaria.

Il provvedimento verosimilmente tralascia persino le recentissime sentenze emesse dai supremi giudici italiani che ritengono la posizione della società come un’eccezione alla regola e statuiscono “attività trasparente e lecita” (cfr. corte di Cassazione) “attività regolare e sanata dalla giurisprudenza” (cfr. Consiglio di Stato).

Nell’attesa di ricevere formali comunicazioni e avviare i tempestivi rimedi processuali si manifesta al momento solo il profondo sconcerto di appendere notizie del genere dagli organi di stampa anziché dalla Procura della Repubblica”.

Al momento, da quanto si apprende dalla società, i centri Stanleybet in Italia non hanno ricevuto notifiche e non risultano centri sottoposti a sequestro. lp/AGIMEG