Il caso scommesse che ha investito il calcio italiano come un tornado continua a far parlare di sé a tutti i livelli. Oggi, nella trasmissione ‘Uno, Nessuno, 100Milan‘ in onda su Radio 24, è stato ospite il noto psichiatra Paolo Crepet che ha espresso le sue opinioni in merito alle ragioni che hanno spinto i calciatori a scommettere, violando una regola del codice etico della Federazione.
“Non va affossata la parola noia, perché quando non si hanno soldi può essere la leva per cambiare vita. Se invece, come questi ragazzi coinvolti in questo caso scommesse, si hanno tanti soldi in giovane età senza particolare fatica allora possono nascere dei problemi, poiché l’indifferenza rispetto al denaro viene trasferita dentro sé stessi. Inoltre, chi gioca vuole perdere perché inconsciamente cerca di odiarsi. C’è una disistima nei propri confronti che spesso ha radici lontani ed è una caratteristica comune a tante altre dipendenze. La ludopatia è presente quando tutti i giorni un determinato soggetto gioca e perde denaro fino ad arrivare senza soldi a fine mese. In passato fui crocifisso da un importante giornale perché mi permisi di chiedere quanti ludopatici ci fossero in Italia. Nessuno sapeva il numero corretto, non sappiamo se sono milioni o migliaia”. E’ quanto ha dichiarato Paolo Crepet nel corso della trasmissione.
“All’epoca del clamore delle macchinette che sono state messe lontane da alcuni luoghi non ci siamo resi conto che il fenomeno della ludopatia è invece intinto nella solitudine. Questi ragazzi sono soli alle 2 di notte e si giocano la vita. Perfino nei casinò ci sono dei limiti di gioco, mentre sull’online illegale non c’è nulla. Si può giocare all’infinito e ciò ha permesso di fare guadagni ancora più alti”, ha concluso Crepet. ac/AGIMEG