Casinò Campione, Cassazione conferma la nullità del fallimento. Si deve ripartire dal primo grado

La Corte di Cassazione conferma la sentenza della Corte d’Appello sulla vicenda del casinò di Campione, respinge infatti il ricorso intentato dalla Banca Popolare di Sondrio contro la sentenza del marzo 2019 e conferma in sostanza che si deve ripartire dal primo grado. La vicenda giudiziaria ha inizio nel luglio 2018 quando il Tribunale di Como prima dichiara inammissibile la domanda di concordato in bianco avanzata dalla casa da gioco, e poi ne dispone il fallimento. Queste pronunce sono state però annullate dalla Corte d’Appello – appunto nel marzo del 2019 – i giudici di primo grado infatti non avrebbero garantito alla casa da gioco di poter esporre la propria posizione, violando di conseguenza il principio del contraddittorio. La Corte d’Appello ha quindi rinviato la questione al Tribunale di Como che si dovrà pronunciare nuovamente sulla vicenda. Adesso, la Suprema Corte conferma quest’ultima pronuncia, e dichiara inammissibile il ricorso intentato dalla Banca Popolare di Sondrio: l’istituto di credito infatti “non ha la veste di parte soccombente nel giudizio conclusosi con la sentenza impugnata”. La Cassazione poi afferma anche che la pronuncia della Corte d’Appello riguarda solamente la violazione del principio del contraddittorio; tutti gli altri aspetti eventualmente analizzati dal giudice di secondi grado – come ad esempio il fatto che il casinò di Campione sia una società fallibile, o la certificazione dei bilanci dal parte dei Ministeri degli Interni e dell’Economia, e la vigilanza esercitata dagli stessi Dicasteri – costituiscono una “mera motivazione ad abundantiam, come tale integrante un mero obiter dictum”, ovvero questioni decise incidentalmente. rg/AGIMEG