Con l’articolo 5 della legge europea (recante Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea), all’esame della commissione Politiche Ue del Senato, si parifica la tassazione delle vincite nei Casinò oltre frontiera, mettendo così l’Italia a riparo da una procedura d’infrazione Ue. La mossa del governo di uniformare al ribasso la tassazione nasce in risposta a una sentenza del 22 ottobre 2014 della Corte di giustizia dell’Unione Europea, in cui si contesta all’Italia questa diversità di trattamento a seconda dello Stato in cui si concretizzasse la vincita. Per la Corte questo quadro regolatorio comporta “una restrizione discriminatoria della libera prestazione dei servizi, oltre a essere incoerente con la realizzazione dell’obiettivo della lotta contro la ludopatia”. Una scelta “obbligata e anche, tutto sommato, imposta dall’Europa”, spiega il sottosegretario all’Economia con delega ai Giochi, Pier Paolo Baretta. Infatti, se fosse stata presa la strada indicata da M5S, ovvero inserire in dichiarazione dei redditi sia le vincite italiane sia quelle estere, allora coloro che giocano in Italia pagherebbero le tasse due volte, dato che sull’incasso lo Stato già preleva ‘alla fonte’. “Questa è una vicenda molto tecnica che ha a che fare con il rispetto delle norme comunitarie, non ci sono motivazioni politiche – prosegue Baretta su Avvenire -. I nostri veri intendimenti li mostreremo a fine aprile, alla Conferenza unificata con gli enti locali sulla distribuzione dell’offerta di gioco lungo il territorio”. dar/AGIMEG