Cardia (pres. Acadi) a Il Tempo: “Distanziometro, misura impari e obsoleta. Distanze dovrebbero essere tra punti gioco e non rispetto a luoghi sensibili”

“Molte misure concepite per il contrasto al disturbo da gioco, per tutta una serie di motivi, si sono rilevate inefficaci, specie per quanto riguarda il distanziometro e gli orari di chiusura“.

E’ quanto ha specificato sulle pagine de Il Tempo, l’avvocato Geronimo Cardia, presidente di Acadi – Associazione Concessionari dei Giochi Pubblici e autore del libro “Il gioco pubblico in Italia: riordino, questione territoriale e cortocircuiti istituzionali” riguardo alla sentenza del Tar dello scorso 27 maggio che legittima le norme introdotte dalla Regione Lazio sul gioco, tra cui la distanza tra gli apparecchi e una pausa durante la sessione di gioco.

Se lo scopo è quello di tutelare l’utente, “allora non si può prescindere dal fatto che vi siano diverse tipologie di giochi e diverse forme di distribuzione”. Le misure di contenimento – secondo Cardia – “devono essere rivalutate, proprio, tenendo presente la complessità delle diverse offerte di tipo di gioco“.

“Sia il distanziometro, applicato solo ad alcuni tipi di gioco, sia le chiusure, disposte solo per certi apparecchi, oltre ad essersi dimostrate misure superate dai tempi, hanno evidenziato anche una certa difformità nei target cui si applicano”, ha aggiunto.

Cardia ha fatto cenno, poi, sul fatto che alcune mappature di luoghi sensibili fanno riferimento a “vecchi elenchi, alcuni risalenti agli anni ’90”.

Efficace, quindi, al contrasto della ludopatia potrebbe essere “spiegare bene alle persone, attraverso campagne di sensibilizzazione e prevenzione capillari, che chi si approccia al gioco accede a una forma di intrattenimento e non ad un qualcosa che possa cambiargli la vita”. Poi, “l’istituzione di un registro di autoesclusione”.

“Nel caso si decida di procedere con le distanze, queste dovrebbero essere quantomeno tra punti di gioco e non rispetto ai luoghi sensibili, come accade attualmente con il modello di distribuzione dei tabacchi. Il tutto ovviamente facendo salve le realtà preesistenti”, ha concluso. cdn/AGIMEG