Cardia (pres. Acadi) a L’Identità: “Le regole del gioco vanno cambiate, l’approccio proibizionista non funziona”

Le regole del gioco vanno cambiate. Perché gli italiani, nonostante lacci e divieti, giocano quanto se non più di prima e, se iniziano ad abbandonare slot e videolottery (i giochi maggiormente colpiti dalle restrizioni) al contempo continuano a sbigliettare gratta e vinci, a compilare “bollette” e cliccano online i casinò. Perché le imprese, quelle che danno lavoro a 150mila persone e garantiscono allo Stato introiti globali da dodici miliardi di euro l’anno, iniziano a tremare”.

Sono le parole di Geronimo Cardia, Presidente Acadi in un’intervista rilasciata a L’Identità.

“La legislazione e le scelte di Regioni e Comuni, in nome della lotta al disturbo da gioco d’azzardo, s’è concentrata su due strumenti: i distanziometri e gli orari. Una decisione che oggi abbiamo compreso che non ha funzionato e che ha colpito principalmente il settore degli apparecchi. Un’applicazione fin troppo zelante, al punto che il 98 percento del territorio nazionale è ‘inibito’ al gioco mentre in alcuni Comuni si applicano divieti fino a 17 ore al giorno. Ma, come è emerso dal recente convegno sulle tematiche del gioco con la Regione Toscana che si è tenuto a Cetona, in provincia di Siena, chi gioca continuerà a farlo e, come sottolineato dagli esperti medici e sanitari che sono intervenuti, l’approccio proibizionista non funziona”, ha sottolineato.

“La domanda di gioco si è semplicemente spostata su altre tipologie che non sono state colpite dalle misure. Gli stessi giochi gravati dalle misure sui territori, hanno aumentato la loro utenza online insieme agli altri prodotti offerti in line”. “Si è spostato il problema su altri tipi di gioco e altri canali di distribuzione”, anche illegali o legati alla criminalità organizzata, ha specificato.

“Chi aprirebbe un’impresa che non può esercitare sulla quasi totalità del territorio? Nessuno. E così accade che lo Stato si trovi impossibilitato a fare i nuovi bandi perché è consapevole dei divieti e del fatto che nessuno si presenterebbe a una gara del genere, se non, magari, qualche soggetto borderline interessato a riciclare del denaro”, ha aggiunto.

“La salute è in cima alle priorità – ha ultimato -. Faccio mia la considerazione dello psichiatra Giovanni Martinotti che a Siena, ha ricordato come distanze e orari non abbiano funzionato e ha sottolineato la bontà di uno strumento utilizzato sull’online, come il registro di esclusione, che è apprezzato anche dagli utenti. E che potrebbe essere applicato anche sul territorio. Occorrerebbe, poi, prendere coscienza del fatto che i problemi che possono derivare dal gioco riguardano tutte le tipologie e non solo slot e Vlt. Ciò per dire che, con i fondi da ritrovare nel gettito fiscale di tutti i giochi, e non solo quello proveniente dagli apparecchi, si possono finanziare progetti e iniziative di politica attiva, per Comuni e Regioni, finalizzate a prevenire e combattere la ludopatia”. cdn/AGIMEG