“Quando parliamo di gioco pubblico parliamo di un settore che impegna circa 150.000 lavoratori. La tematica, quindi, incide sulla carne viva della gente. Con il presidente abbiamo deciso di aprire questo pentolone per capire quali sono i termini del problema e come la politica può metterci mano in modo razionale”. E’ quanto ha dichiarato Geronimo Cardia, Presidente Acadi, durante il convegno “Stati generali del gioco – La riforma nasca dal confronto e rimetta al centro la tutela della persona” in corso alla Camera.
“I numeri ci dicono che la spesa aumenta. Tuttavia, il dato della raccolta ci dice quanto tempo si dedica al prodotto gioco. Se approcciamo al gioco online con la demonizzazione, commettiamo lo stesso errore che abbiamo fatto nei confronti del settore del gioco fisico, in particolare per le macchine. La nostra posizione è quella di avere la consapevolezza che il gioco pubblico ha delle specificità da conoscere. Bisogna quindi che questa attività venga normalizzata. E dobbiamo superare una situazione come quella attuale del 20% di giocatori che puntano l’80% della raccolta”, ha aggiunto.
“Come operatori avremmo voluto individuare questi dati già da tempo. Ma non è possibile sul gioco fisico. Se oggi parliamo degli apparecchi, sui quali si concentrano i provvedimenti dei territori, dobbiamo considerare che la tecnologia è andata avanti. Siamo in grado di promuovere un prodotto che, senza violare la sua privacy, riesce a riconoscere i tratti somatici dell’individuo che si presenta davanti a una macchina e comprendere se è teoricamente riconducibile a un minore”, ha detto.
“Se individua un soggetto per il quale i tratti somatici possono far sorgere il dubbio sulla sua maggiore età, lancia un alert e il gestore può semplicemente chiedere un documento per verificare che possa giocare legittimamente. E ci sono anche dei sistemi che individuano un modo di giocare particolarmente frenetico che rivela un rischio di compulsività. Questi sistemi tecnologici possono avvisare il gestore che è in grado di intervenire e verificare il comportamento del giocatore aiutandolo a evitare di scivolare nella patologia. La tecnologia ci può aiutare a gestire il registro di autoesclusione“, ha concluso. gpm/AGIMEG