“La Casa della Legalità è il passo successivo ad un’alleanza tra diversi soggetti rappresentativi che sono uniti dall’idea di comunicare fermamente il ruolo degli operatori del gioco, di sale specializzate come quella che presentiamo oggi, ma anche degli esercenti non specializzati che offrono scommesse o apparecchi in un momento ed in una Regione in cui la legislazione è ancora legata ad un’idea di contrasto alle dipendenze che probabilmente non è la più funzionale”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Emmanuele Cangianelli (pres. EGP-Fipe), nel corso dell’inaugurazione della prima “Casa della Legalità” a Roma.
“Questo tipo di punti vendita di gioco e gli avanzati sistemi di controllo all’accesso ci permettono di far vedere ai regolatori ed ai rappresentanti politici come l’offerta di gioco regolamentato sia uno strumento e non un problema da risolvere. La finalità che verrà infatti perseguita anche attraverso evidenze scientifiche e confronto pubblico, è quella dell’utilizzo dei luoghi di gioco come strumento di supporto alla lotta alle dipendenze e anche di controllo all’accesso per un assoluto contrasto al gioco minorile”, ha continuato.
“Lo stato dell’arte del Lazio è di un grande pericolo. La Legge Regionale è tra quelle di più lunga data, la sua prima stesura è del 2013. All’inizio era una di quelle leggi che cercava di limitare l’espansione dell’offerta, fino all’inizio del 2020. In quella data è stata invece resa retroattiva ed è stato addirittura introdotto lo strumento di misurazione del distanziometro, con il raggio. La sua applicazione quindi, come dimostrano perizie urbanistiche che le associazioni hanno fatto in tutti i capoluoghi della regione, porterebbe all’impossibilità di continuare a lavorare mediamente in oltre il 97% in tutte le aree dei capoluoghi di regione. Questo significa che solo un numero sparuto di sale potrebbe restare aperto o altre si potrebbero aprire solamente in mezzo alle campagne. E’ un tema che il Ministero dell’Interno non apprezza molto per ovvie esigenze di controllo del territorio e dei fenomeni che possono nascere intorno ad attività del genere. La via è quella di fermare questo rischio e suggerire ai legislatori di studiare altri sistemi, come il controllo all’accesso delle sale e un utilizzo più intenso degli operatori nella lotta alla dipendenza”, ha aggiunto.
“Nelle attività di rapporti con le istituzioni che stiamo portando avanti, e che abbiamo fatto anche negli anni passati in altre regioni come ad esempio in Campania, nel momento in cui i legislatori ed esponenti dei Consigli Regionali e Comunali studiano il nostro settore, si rendono conto che i punti di gioco legali e le imprese sono un’opportunità. Pensiamo che ogni momento in cui si possa esporre questa tesi sia un’opportunità per sostenere non solo le persone soggette alla dipendenza, ma anche la lotta all’illegalità e anche per l’economia legale del gioco, assolutamente degna come ogni altra attività”, ha concluso.
ff/AGIMEG