Cangianelli (EGP-FIPE): “Esercizi certificati, superamento del sistema delle distanze, formazione degli operatori e soluzioni digitali fondamentali per il futuro del gioco”

EGP-FIPE, l’Associazione Nazionale di categoria della FIPE – Federazione Italiana Pubblici Esercizi di Confcommercio, ha organizzato una tavola rotonda dedicata al futuro del gioco legale in Italia. Emmanuele Cangianelli, Presidente EGP- FIPE Confcommercio, ha introdotto l’evento.

“Oggi ci incontriamo in Lombardia che negli ultimi anni è stato un ottimo specchio dell’evoluzione dei consumi di gioco. Parliamo dei dati delle concessioni pubbliche, c’è l’universo del gioco illegale con stime inquietanti che va aggiunto. Per quanto riguarda la trasformazione del gioco in Italia e in Lombardia, c’è stato un aumento negli ultimi anni della spesa dei giochi. Dal 2019 al 2024 in Lombardia la spesa è aumentata del 10% e supera 3,8 miliardi di euro. Però è molto cambiata negli ultimi anni, c’è stato un aumento del 164% del gioco online che oggi vale più di 7,6 miliardi di puntate. Mentre il gioco fisico in Lombardia è sceso sensibilmente in termini di somme spese. Il gioco è sceso in termini di spesa nei punti vendita, confrontando il 2024 con l’ante-Covid, di 331 milioni. Nello stesso periodo la spesa del gioco online è aumentata di 434 milioni. Guardando ai punti vendita c’è stata una diminuzione di oltre 2.800 punti in Lombardia negli ultimi 5 anni, si è invece diffusa la rete dei PVR, stimati in circa 3.000 punti. Nonostante sia già stato istituito un albo dei PVR come previsto dalla Delega Fiscale, non è operativo per conteziosi amministrativi, ma le attività continuano. Non sono quindi possibili i controlli e i limiti istituiti, come quelli riferiti all’uso del contante. Il gioco online non ha un sistema di regole, controlli, individuazione dello stesso livello dei punti in concessione”, ha spiegato.

“Il gioco è cambiato negli ultimi anni, c’è una digitalizzazione dei consumi. Ma hanno influito al cambiamento differenti regole di tipo fiscale, limiti di tipo distributivo posti solamente ad alcune attività. I distanziometri si applicano solamente all’offerta degli apparecchi da gioco, che ha visto una forte riduzione dei punti vendita. Mentre il gioco online ha visto una più facile diffusione. Oggi a livello nazionale e regionale si devono pensare regole distributive guardando la realtà odierna. Non dovrebbero esserci regole come quelle in vigore oggi, che hanno spostato consumi e non limitati e di non toccare il fenomeno della compulsività. Abbiamo riassunto in un manifesto i punti principali su cui intervenire: gli esercizi devono essere certificati, anche in senso di visibilità e riconoscibilità; si deve superare il sistema delle distanze per una distribuzione equilibrata sul territorio di tutti i punti di gioco, anche a contrasto dell’illegale; nelle regole vanno considerate anche le limitazioni orarie, ma non solo per un prodotto di gioco, privilegiando la tutela notturna; la formazione degli operatori certificata con regole uniformi per il territorio per un miglioramento del rapporto con gli utenti e a supporto di chi deve occuparsi dei consumatori; aumentare il livello di comunicazione per i soggetti compulsivi; più soluzioni digitali, come l’autoesclusione, che abbattono anche il rischio di accesso dei minori in sala; incentivare il pagamento con strumenti elettronici. Questo settore ha un gettito importante, la cui percentuale più ampia proviene dai punti vendita. Il legislatore dovrebbe rimodulare la tassazione dei giochi. Il gettito dovrebbe essere condiviso con le regioni, prevedendo il vincolo che queste forme di compartecipazione sono destinate alla lotta al gioco patologico e alla salute. Si deve lavorare sul tessuto sociale”, ha detto.

“Siamo tutti in gioco, questo è il messaggio e lo spirito dell’incontro di oggi. Il lavoro dell’attuale Governo è iniziato un anno fa e tutti speravamo fosse fatto in maniera unitaria. Lo scopo del confronto di tutti gli attori che sono sul campo è quella di trovare soluzioni. Seguo il settore del gioco da circa 25 anni. Il distanziometro non funziona in senso deterrente sui soggetti patologici. Le regole di prevenzione su questi soggetti devono valere per tutta l’offerta. Il sistema regolamentare in Italia è per concessioni. Qualsiasi offerta legale è sotto un sistema di regole anche tecnologiche. Andrebbe cambiato l’ordine di importanza. Il risultato economico per l’Erario deve essere alla fine di un percorso. Le regole che forniscono strumenti e permettono investimenti tecnologici per gli operatori devono tener conto anche delle soluzioni e dell’efficacia della prevenzione. E’ un settore particolare. Oggi le imprese sul territorio hanno bisogno di essere riconoscibili, di poter scegliere gli investimenti e devono fare attività con un elevato livello di qualità delle persone, dell’organizzazione e delle tecnologie. Il manifesto è un’opportunità per discutere, è una parafrasi dei nostri documenti di posizione che utilizziamo nei rapporti istituzionali. Ci aspettiamo sia un’occasione di discussione, anche se l’ultima parola è quella dei legislatori”, ha detto.

“Come Fipe lavoriamo per fornire un gioco legale, controllato ma anche attento alla tutela delle fasce più deboli e più esposte al rischio patologico. E’ necessaria una normativa più uniforme. La risposta al problema della ludopatia non può essere la criminalizzazione del gioco lecito o i divieti. Parlamentari e legislatori, tutti metterebbero al primo posto la difesa dei deboli e poi l’Erario e le imprese. Questo è già nel quadro legislativo nei massimi principi. Chiunque ha una relazione con il mercato del gioco condivide alcune finalità, il lavoro difficile è portarle nel concreto, cambia infatti lo scenario continuamente. Il confronto aperto potrebbe essere lo spunto anche per un migliore lavoro dei legislatori”, ha concluso.

Ecco il Manifesto:

cdn/AGIMEG