Il sostegno alle imprese colpite dalla crisi economica determinata dall’emergenza epidemiologica da Coronavirus è al centro delle interrogazioni che approderanno oggi in Aula alla Camera. Il deputato Fusacchia (Misto) ha chiesto al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo “quali iniziative il Governo intenda adottare per sostenere le realtà del terzo settore e le imprese culturali e creative per far in modo che contribuiscano alla tenuta sociale e alla ripresa economica del Paese”. Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo alcuni deputati FI hanno domandato “quali iniziative intenda assumere per porre il turismo al centro delle strategie per il rilancio dell’economia italiana alla fine dell’emergenza e, relativamente alle problematiche collegate alle fasi della riapertura delle attività, quale sia la tempistica per la definizione delle misure di precauzione e sicurezza necessarie agli operatori del settore”. Deputati della Lega Nord hanno invece chiesto al Ministro dello sviluppo economico: “Per sapere – premesso che: da fonti giornalistiche si apprende che le banche sono state «prese d’assalto» da piccole imprese e partite Iva, intenzionate ad avvalersi del finanziamento a «burocrazia zero» messo in campo dal Governo per fronteggiare l’emergenza economica legata all’epidemia da COVID-19; come osservato da molti esperti, il modulo per l’accesso al finanziamento di 25.000 euro, interamente garantito dallo Stato e immediatamente fruibile dalle imprese, presenta molte complicazioni, soprattutto per le piccole e medie realtà produttive che di quelle somme, seppur esigue, hanno urgentemente bisogno in termini di sopravvivenza; è stato anche osservato che le misure proposte dal Governo, anziché iniettare liquidità reale in favore delle piccole e medie imprese italiane, si limitano a garantire le banche: per ogni finanziamento concesso, ove perdurino le difficoltà economiche, il beneficiario rischierà il fallimento, mentre l’istituto di credito non correrà alcun pericolo, anzi, in alcuni casi, otterrà una nuova garanzia dello Stato su crediti già concessi in precedenza e con margini di rischio maggiori; al riguardo sembra, ad avviso degli interroganti, che il Governo abbia scelto di proteggere le banche dalle insolvenze debitorie, anziché sostenere le attività produttive con trasferimenti diretti in favore di queste ultime. La preannunciata liquidità non viene concessa a fondo perduto in favore delle realtà produttive del Paese, bensì nella formula del prestito con vincolo di restituzione: un debito da aggiungere ad altro debito per quelle imprese che, oltre ad affrontare il momento di estrema difficoltà, a breve dovranno far fronte anche alle scadenze fiscali rinviate al 30 maggio; molte imprese a seguito dei provvedimenti di lockdown imposti dall’emergenza sanitaria hanno azzerato i loro fatturati e richiedono oggi aiuti concreti per sostenere i costi fissi e le imminenti scadenze tributarie, al solo scopo di evitare un default che si abbatterebbe con effetto domino sull’intero sistema Paese –: quali iniziative il Governo intenda adottare per assicurare alle piccole e medie imprese liquidità vera e immediata, svincolata dai meccanismi di finanziamento oneroso e soprattutto finalizzata non solo alla loro sopravvivenza ma al loro pieno rilancio”. Infine, al Ministro dello sviluppo economico deputati PD hanno rivolto questo interrogativo: “Per sapere – premesso che: la chiusura forzata e prolungata di gran parte delle attività produttive e dei servizi a seguito dell’emergenza Coronavirus è una situazione straordinaria, che non ha precedenti nella storia della nazione e che secondo stime autorevoli comporterà una contrazione della produzione industriale e del prodotto interno lordo a due cifre; il Governo si è attivato prontamente, avendo come priorità la tenuta del sistema economico e dell’occupazione, ed ha affrontato, con il decreto-legge n. 18 del 2020 «Cura Italia» e con il decreto-legge n. 23 del 2020 «Accesso al credito», i temi di un primo sostegno alle imprese ed ai lavoratori, investendo importanti risorse per garantire gli ammortizzatori sociali, sostenere il reddito dei lavoratori e favorire il mantenimento della liquidità delle imprese; un recente sondaggio tra le imprese italiane effettuato da Confindustria mostra uno stato di sofferenza generalizzato del tessuto imprenditoriale italiano, sofferenza in aumento rispetto ad un analogo sondaggio effettuato un mese fa: in particolare, rispetto alla normalità (marzo 2019) si è assistito, in media, ad un calo del 32,6 per cento del fatturato e del 32,5 per cento delle ore lavorate, che diventano, per le imprese con meno di 10 dipendenti, una diminuzione del 39,7 per cento del fatturato e del 37,3 per cento delle ore lavorate; i maggiori problemi riscontrati riguardano il rallentamento della domanda nel mercato domestico e nel mercato internazionale, con particolare attenzione per il calo della domanda di beni ovvero di servizi di consumo in Italia; è necessario intervenire con ulteriori misure che possano aiutare le imprese in sofferenza, soprattutto le piccole e medie imprese (che in Italia sono oltre 4 milioni, rappresentano oltre il 90 per cento delle imprese attive ed impiegano oltre 7 milioni di lavoratori), ad affrontare la situazione attuale e a farsi trovare pronte non appena il sistema Paese ripartirà con i tempi e le modalità che verranno decisi nelle prossime settimane; altri Paesi dell’Unione europea, in particolare Francia e Germania, stanno mettendo in campo misure di ristoro e di indennizzo a fondo perduto per le imprese piccole e piccolissime, con stanziamenti di risorse pubbliche nell’ordine di decine di miliardi di euro –: quante risorse intenda impegnare il Governo con misure a fondo perduto per assicurare il sostegno alle piccole e medie imprese ora e nella fase di ripartenza generalizzata delle attività produttive”. cdn/AGIMEG