“La Fipe rappresenta un settore che in questo momento è particolarmente devastato, mi riferisco ad attività legate al gioco legale, bar e ristoranti, ai locali di intrattenimento, alle società di catering, agli stabilimenti balneari. E’ un mondo che, prima del Covid, rappresentava 330mila imprese, 90 miliardi di euro di fatturato, un milione e duecento mila persone occupate. L’impatto della pandemia è devastante: 34 miliardi di euro persi, rischiamo di veder chiudere 50mila imprese, una situazione che rischia di mettere in mezzo alla strada 350mila persone. Si tratta principalmente di realtà di piccola dimensione, poi abbiamo anche le grandi catene, hanno una fragilità finanziaria alta ed hanno difficoltà ad orientarsi rispetto a Decreti e DPCM. Per le attività legate all’intrattenimento siamo ancora chiusi. Stiamo affrontando la Fase 2 con un assenza di scarica a terra dei contributi. Quelli che hanno deciso di aprire hanno avuto un calo del fatturato del 70%. Sono quindi attività non sostenibili. Gli imprenditori si sentono abbandonati. Nel DL Rilancio ci sono alcune risposte. E’ necessario avere maggiore coraggio nel concentrare gli aiuti dell’emergenza soprattutto su chi ha avuto maggior peso sulla situazione del Covid, vedere poi misure strutturali per il rilancio di alcuni settori. Chiediamo l’inserimento della ristorazione e dei pubblici esercizi, l’intrattenimento, ed i comparti legati alle aree di rappresentanza della Federazione all’interno dell’esenzione dell’IMU, idem per gli ammortizzatori sociali. Dobbiamo intervenire sul cuneo fiscale”. E’ quanto ha detto in Commissione Bilancio alla Camera Roberto Calugi, direttore generale FIPE. cdn/AGIMEG